Tessera, cinquant'anni di strada: nel quartiere tante storie di speranza e riscatto

I palazzoni Aler di Cesano costruiti nel ’68

Il sindaco Simone Negri inaugura la casetta dei libri

Il sindaco Simone Negri inaugura la casetta dei libri

Cesano Boscone (Milano), 16 aprile 2017 - Se provate a chiedere a un abitante del quartiere se è di Cesano, vi risponderà di no. È del Tessera. Il senso di appartenenza, di un campanilismo sincero, genuino, si respira ancora oggi, dopo 50 anni. È il tempo passato dalla costruzione di quei palazzoni a otto piani: non sono belli, i problemi ci sono tutti i giorni. Ma a fare la differenza è la gente che li popola da una vita. È il 1968, la guerra è ormai finita da anni: è tempo di rinascere, ricostruire, ricominciare. Il conte Panza, proprietario dei terreni, sigla un accordo con il Comune di Milano per realizzare un complesso abitativo da 5mila persone, dove un tempo c’era la storica cascina.

A costruire ci pensa l’Istituto Autonomo Case Popolari (ora Aler) ma il progetto non prevede servizi. Le sigarette si compravano dal panettiere. Non c’è la scuola e gli abitanti scendono in piazza per protestare. Montano le tende davanti al Comune, fermano le macchine sulla Vigevanese. E a guardare le foto di quegli anni, i primi dei Settanta, sembra di vedere un film neorealista. Protestano, ma si danno da fare i cittadini del Tessera: prendono una delle baracche dei costruttori e ne ricavano una scuola (quella che ora è la sede Acli). In via Turati una baracca di legno diventa una chiesa, ma nel 1970 le fiamme la divorano e don Romeo Peja dà il via a quella che sarà S. Ireneo. Sono gli anni dei 6mila abitanti e le case con tre stanze e dodici letti.

Delle amministrazioni comuniste, gli anni dove il Tessera finisce sulle pagine dei giornali. Si avvicinano gli anni Ottanta, i bambini giocano a pallone nei cortili e il mafioso Francesco Guzzardi, viene ucciso nei tavolini della pizzeria Gigi. Sono gli anni del pollaiolo che si rifiuta di pagare la tangente e si ritrova la vetrina in frantumi. Gli anni delle associazioni e della società di calcio (che è passata per la serie D) che cercano di trascinare fuori dai giri dei soldi facili e della cocaina i ragazzi. Il Tessera diventa il Bronx, terra di spaccio e ricovero di delinquenti. Un’etichetta che gli abitanti, a forza, hanno voluto staccarsi: riscatto di dignità. Dopo l’apertura dei centri commerciali, arrivano gli anni Novanta, dove lo spirito di quartiere si sente nelle iniziative dei commercianti. asce il centro civico, dove c’era la vecchia cascina, il centro sportivo, dove ora giocano i cinghiali del rugby. Il cuore del Tessera è la gente che è riuscita negli anni a fare grande un quartiere che vuole conservare le sue tradizioni ma puntare in alto.

La festa dell’Amministrazione per il 50esimo iniziata venerdì e finita ieri, con qualche polemica dei commercianti, ha visto l’inaugurazione della casetta del bookcrossing al parco Gobetti, dove scambiarsi libri, della nuova sala lettura, nell’importante ambulatorio (entrambi al centro civico). Un senso di appartenenza che spinge il 24enne Leonardo Borrelli a scrivere la tesi di laurea proprio sul Tessera. Lo stesso spirito che ha riunito 200 persone per il concerto del rapper Jefeo, 17 anni e migliaia di visualizzazioni in rete, che parla con orgoglio dei palazzi con le strisce colorate dove è cresciuto. Il Tessera è così.