Tanto rock e la libertà di sempre nel Manifesto della Bertè

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La Luna bussa domani sera al Teatro della Luna. E ad aprirgli è una Loredana Berté in versione “Manifesto”, smaniosa di raccontarsi sul palco del Repower, nonostante le incertezze del momento, come sottolinea lei stessa anticipando una serata ad alta gradazione rock infiammata da Stefano Cerisoli e Marco Grasselli alle chitarre, Alberto Linari alle tastiere, Pierluigi Mingotti al basso e Ivano Zanotti alla batteria.

Ai cori la “new entry” Annastella Camporeale, ma anche l’amica di sempre Aida Cooper protagonista pure di una intensa cover della “Cambia un uomo” di Marco Mengoni. Un viaggio da “Dark lady” a “Bollywood”, “Ninna nanna”, “In alto mare” passando per “Non ti dico no” e le sempiterne “Il mare d’inverno”, “Dedicato” “Non sono una signora” o quella “Sei bellissima” duettata il mese scorso a Sanremo col neobattezzato Achille Lauro.

"La donna è sempre una figura centrale delle mie canzoni e se nel ’74 cantavo ‘Sei bellissima’, oggi continuo a farlo con ‘Figlia di…’, ‘Dark Lady’, o quella ‘Ho smesso di tacere’ firmata da Ligabue raccontando una storia di violenze domestiche che ho vissuto pure io sulla mia pelle" racconta Loredana. "Ho voluto sempre raccontare l’universo femminile, mi sono sempre ribellata al ruolo di donna-oggetto che ci volevano e ci vogliono, ahimé, ancora assegnare. Sono una donna e anche per istinto porto nella musica i miei sentimenti, le mie sensazioni e quello che vedo intorno a me, andando contro tutto quello che ci vogliono imporre".

Lo spettacolo è ovviamente centrato sull’ultimo album “Manifesto”, eseguito quasi per intero. "Artisticamente ho nuove collaborazioni e nuovi autori, ma la potenza del racconto è quella dei primi dischi, con il passare degli anni non ho mai abbassato lo sguardo da ciò che accade e non mi piace, non va bene e voglio ancora dirlo" assicura lei, che a settantuno anni sfama ancora sul palco e sui dischi il "passerotto da combattimento" annidato nel cuore.

"‘Non sono una signora’ è sempre stato il mio ‘manifesto’ per eccellenza, continuo a portare avanti questa dichiarazione di libertà anche nel nuovo album. Ma il titolo del disco ha pure altre accezioni. Come abbiamo visto in questi giorni nelle piazze, ‘manifestare’ è fondamentale per poter esprimere la propria idea, che spesso (e dico per fortuna) non coincide con quella dei politici che ci governano".

Andrea Spinelli