Giochi e cosmetici, maxi sequestro nel negozio cinese a Opera

Giocattoli per bambini, dispositivi elettronici e cosmetici illegali posti sotto sequestro e due lavoratori irregolari denunciati: blitz della polizia locale in uno store cinese

Gli agenti col carico di merce sequestrata

Gli agenti col carico di merce sequestrata

Opera (Milano), 4 marzo 2010 - Giocattoli per bambini, dispositivi elettronici e cosmetici illegali posti sotto sequestro e due lavoratori irregolari denunciati: blitz della polizia locale in uno store cinese. Durante un controllo sulle attività commerciali cittadine sono emerse numerose irregolarità in un negozio cinese aperto da poco più di un mese nella centrale via Cavour. Ingenti quantitativi di merce sono stati sequestrati dagli agenti che hanno chiuso temporaneamente l’attività per identificare i due lavoranti di cui uno senza documenti. Nel mirino sono finiti i prodotti contraffatti e senza i requisiti di sicurezza e qualità che riempivano gli scaffali dove una volta c’erano le scarpe del negozio chiuso da pochi mesi. La mancanza di spazi e vie di fuga ha evidenziato anche altre carenze e violazioni per cui l’ufficio tecnico del comune e Ats valuteranno i provvedimenti da prendere.

«Perché - come ha precisato il sindaco Ettore Fusco, presente durante i controlli - dobbiamo garantire la sicurezza dei clienti e degli stessi lavoratori». Per le altre normative da rispettare si devono attendere le verifiche dell’ufficio commercio e della ex Asl. Giocattoli, elettronica e cosmetici sono, invece, stati preventivamente sequestrati dagli agenti della Polizia Locale, seppure in attesa di ulteriori verifiche, poiché trovati privi di marchio o con lo stesso contraffatto. Il bollino della Comunità Europea, ad esempio, risultava non esserci oppure essere stato sostituito da quello poco differente di China Export, un espediente illegale nel nostro paese ma molto gettonato per ingannare i clienti. In pochi giorni è la seconda attività cinese finita nella rete dei controlli della polizia locale operese che in settimana aveva effettuato un blitz in una palazzina della zona industriale dove erano stati trovati una ventina di lavoratori ridotti a poco più di schiavi in spazi angusti e degradati.