San Giuliano, cede il tetto della chiesa dimenticata

Ultimo sfregio per l’edificio secentesco di Sesto Ulteriano circondato da sexy shop e centri commerciali

La chiesetta dei Santi Alberto e Teresa

La chiesetta dei Santi Alberto e Teresa

San Giuliano (Milano), 6 gennaio 2020 - Con buona pace dei Santi Alberto e Teresa, ai quali l’edificio è dedicato, nell’antica chiesetta di Sesto Ulteriano è crollato il tetto. Benché l’ex complesso religioso, in disuso da tempo, fosse già parecchio ammalorato, gli appassionati della storia e delle tradizioni del territorio hanno accolto col magone la notizia del cedimento avvenuto nell’oratorio di origini seicentesche che si trova in via Po, nella frazione industriale di San Giuliano.Il piccolo luogo di culto, già in stato di abbandono e ridotto al suo interno a un cumulo di calcinacci e rifiuti abusivi, ha subìto ora anche il crollo dei coppi e delle travi in legno che fungevano da copertura. Un ultimo sfregio per il fabbricato che, in barba alla sua vocazione religiosa, nel corso degli anni è venuto a trovarsi a pochi passi da un sexy shop, oltre che da alcuni dei grandi centri commerciali che punteggiano il territorio di San Giuliano. 

In più di un’occasione le associazioni per la tutela del paesaggio, a partire da Italia Nostra Sud-Est Milano, hanno lanciato un grido d’allarme per l’antica chiesetta bisognosa di un recupero e una messa in sicurezza. "Lo scorso settembre c’era stato un primo crollo di tegole, che la nostra associazione ha prontamente segnalato. Nessuno però è intervenuto e ora la situazione è precipitata - racconta Cristiana Amoruso, presidente della sezione locale di Italia Nostra - Mai come adesso urge un intervento poiché anche il frontone potrebbe essere pericolante. Inoltre, all’interno dell’edificio ci sono delle lastre di eternit, abbandonate da tempo. Ne va della sicurezza, oltre che dell’estetica e del decoro". Una vicenda ingarbugliata, quella della chiesetta rimasta in funzione fino agli anni Cinquanta e poi caduta in disuso, "tanto più che non si capisce bene di chi sia la proprietà", dice Amoruso. Non è nemmeno chiaro se l’oratorio sia sconsacrato, "in ogni caso sull’ipotesi di un’eventuale demolizione dovrebbe esprimersi anche la Curia". "Piange il cuore a vedere un angolo di San Giuliano, una zona per altro molto frequentata e di passaggio, ridotta in quello stato. E’ probabile che sotto la chiesa ci sia una cripta con delle sepolture; a pochi passi si trova un caseggiato medievale. Si tratta di un’area dal potenziale interesse archeologico, peccato che nessuno se ne curi". 

L’oratorio dei Santi Alberto e Teresa non è l’unica traccia del passato che, a San Giuliano, giace dimenticata e in stato di abbandono. Anche la chiesina di Occhiò e il mulino Torretta sono ormai ridotti a ruderi. Meglio conservato, ma a sua volta dimenticato, il borgo di Viboldone, un insieme di caseggiati di origine medievale che circonda l’omonima abbazia. Sempre a San Giuliano, di recente Italia Nostra ha lanciato un’allerta riguardo il luogo individuato dal Comune per la costruzione di un futuro cimitero degli animali. Si tratta di un’area, dove sorgevano un antico monastero e un ponte cinquecentesco: quel terreno andrebbe preservato, secondo il sodalizio, che invita a trovare un’altra sede per le sepolture dei quattrozampe. "La mappa dei beni trascurati purtroppo è ampia - conclude Amoruso - c’è da chiedersi se sul territorio esistano delle politiche di tutela dei beni culturali, ancorché erosi e in via di decadimento definitivo". La lista degli edifici che avrebbero bisogno di un recupero non riguarda solo San Giuliano. A Melegnano è in balìa del degrado la vecchia filanda di via Trento, di fronte alla casa di riposo Castellini. A Vizzolo Predabissi Cascina Sarmazzano cade in rovina. Il castello di Carpiano potrebbe essere meglio valorizzato. Degrado e trascuratezza contribuiscono a svuotare questi manufatti della loro identità, rendendoli dei non-luoghi.