San Donato, lente d’ingrandimento sul parco Mattei

L’Anticorruzione ha aperto un procedimento sul bando di gestione

La consigliera di opposizione Gina Falbo

La consigliera di opposizione Gina Falbo

San Donato Milanese (Milano), 13 agosto 2018 - L'anticorruzione accende i riflettori sul Parco Mattei. La massima autorità italiana in materia di appalti pubblici vuole fare chiarezza su una vicenda dai contorni nebulosi, bloccata da un anno tra colpi di scena e problemi infiniti. Anac ha aperto un procedimento sul bando comunale per la riqualificazione e la gestione delle strutture sportive, vinto l’anno scorso dalla Trefor e rimasto nel limbo per 14 mesi. Tutto bloccato: lavori e contratti. A innescare le verifiche è stato un esposto presentato nei mesi scorsi dalla consigliera dell’opposizione Gina Falbo che, alle prime avvisaglie che qualcosa non quadrava, ha alzato la mano e ha chiesto un intervento dei funzionari dell’Anticorruzione.

«Abbiamo segnalato alcuni aspetti che ci sembravano discutibili del procedimento che ha portato all’assegnazione del “Lotto 1”, che riguarda la riqualificazione di piscine, campi da tennis, palazzetto e la costruzione del nuovo parcheggio all’interno del parco. Nulla di segreto: si trattava dei medesimi rilievi sui tecnicismi del bando che avevamo fatto in campagna elettorale e che ci avevano procurato violentissimi attacchi». Esaminato l’esposto, Anac ha avviato un procedimento che è poi stato notificato al Comune di San Donato.

«Se anche l’Anac, in seguito ad approfondite analisi, ha deciso di vederci meglio, significa che qualcosa da chiarire effettivamente c’è – continua Gina Falbo (Insieme per San Donato) –, anche perché, a distanza di un anno, la fantasmagorica riqualificazione del Parco Mattei sbandierata con tanto di manifesti elettorali modello Disneyland e pieghevoli in carta patinata è desolatamente ferma». Il Comune ha fatto sapere che invierà a Roma tutti gli incartamenti richiesti da Anac. Difficile capire, ad oggi, quali siano gli intoppi reali che stanno bloccando il progetto.

Nell’ultimo anno, niente è filato liscio. Dall’amianto scoperto nel centro natatorio – che ha creato un braccio di ferro tra Comune e Trefor per capire a chi spettasse il compito di intervenire, sostenendo i costi della rimozione e dello smaltimento – all’anomalia della fideiussione, richiesta al Comune dalla società vincitrice del bando a garanzia futura dei lavori, come se il bando già non fosse una certezza. E poi c’è stata la prescrizione della Soprintendenza che ha costretto i progettisti a rimettere mano ai parcheggi, riducendoli del 60%.