San Donato, dramma al comando di polizia locale: "Non ci crediamo ancora"

Incontro fra i sindacati e i dipendenti del Comune: un minuto di silenzio e riflessione sul tragico omicidio-suicidio

Il comando della polizia locale

Il comando della polizia locale

San Donato Milanese (Milano), 4 luglio 2017 - Sgomento e cordoglio. Sono ancora questi i sentimenti che si percepiscono a San Donato dopo cinque giorni dall’omicidio-suicidio avvenuto giovedì scorso nel comando della polizia locale. È qui che l’agente Massimo Schipa, 52 anni, esasperato da turni pesanti e deluso dal mancato trasferimento in altri contesti di lavoro, ha impugnato la pistola e fatto fuoco contro il proprio vicecomandante, il 49enne Massimo Iussa, prima di rivolgere l’arma contro se stesso. Entrambi gli uomini sono morti poco dopo il trasporto in ospedale, dove sono arrivati in condizioni già disperate. Sgomento e cordoglio sono i sentimenti emersi anche ieri mattina, nel corso di un’assemblea sindacale che ha chiamato a raccolta i vigili e i dipendenti del Comune, per fare il punto su quanto avvenuto all’interno del comando.

Nel corso dell’incontro, un minuto di silenzio ha scandito il ritorno, con la memoria, a quei tragici fatti. "I partecipanti hanno espresso vicinanza a entrambe le famiglie, anche a quella di Schipa - racconta Gianluca Maritato, delegato della Uil funzione pubblica -. Rifiutiamo categoricamente la definizione di killer, che pure qualcuno ha affiancato all’agente scomparso: anche lui è una vittima, la prima di questa situazione". Da tempo Massimo Schipa era insofferente, in quel comando non si trovava bene. Un disagio che l’uomo covava da tempo e che aveva manifestato anche con alcune richieste di mobilità in uscita. Richieste rigettate. "Come sindacato, ci risulta che nel 2011 venne accolta una domanda di mobilità in uscita dal comando di San Donato. Lo stesso anno, nel quale a Schipa fu negato il trasferimento - spiega Maritato -. Sono fatti che ora bisognerà scandagliare, e capire".

Una persona disponibile e gioviale. Così l’agente viene descritto da chi lo conosceva. Poi, quel maledetto giovedì, qualcosa nella sua testa ha innescato la scintilla del dramma. Tornato al comando dopo l’ennesimo turno di lavoro, ha raggiunto il superiore negli spogliatoi. Una discussione, poi gli spari. A suggellare il dolore dell’intera comunità, dopo che ieri sono state eseguite le autopsie su entrambi i corpi, ora si aspettano i funerali (a Lodi quelli di Iussa e a San Donato quelli di Schipa).

"Dobbiamo ripartire, guardare avanti. Invitiamo tutti, in primis i sindaci, ad ascoltare i lavoratori, a cominciare da quelli della polizia locale. Il dialogo è il primo strumento per trovare soluzioni condivise e aumentare il benessere sui luoghi di lavoro", dichiara Nunzio Princiotta, delegato del sindacato Diccap Sulpm. Intanto, proseguono le indagini dei carabinieri della compagnia di San Donato per cercare di analizzare tutti i dettagli e i risvolti dell’accaduto. A questo proposito, sono stati sentiti i colleghi delle vittime e sequestrati i brogliacci coi turni di lavoro. L’indagine è coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano.