San Donato come Cremona, Antonella Penati: "Gloria lassù col mio Federico"

Federico Barakat fu ucciso a coltellate dal padre durante un colloquio protetto, poi l'uomo si tolse la vita

Antonella Penati

Antonella Penati

San Donato Milanese (Milano), 24 giugno 2019 - «Sono indignata per quanto successo a Cremona. Quando finirà questa assurdità? Vorrei abbracciare forte quella mamma, un giorno spero d’incontrarla. Ora la sua bimba è lassù, col mio Federico». Antonella Penati è la madre di Federico Barakat, il piccolo di 9 anni che il 25 febbraio 2009, a San Donato Milanese, è stato ucciso a coltellate dal padre, l’egiziano Mohamed Barakat, durante un colloquio protetto disposto dai Servizi sociali del Comune. L’uomo si è poi tolto la vita.

Gloria come Federico, cosa si prova a rivivere l’orrore?

Sono imbufalita. È un sistema malato, frutto dell’applicazione di teorie spazzatura, secondo le quali un genitore ha comunque il diritto di vedere il proprio figlio. L’Italia si conferma il fanalino di coda dei diritti umani.

Non pensa che in certi casi sia difficile riconoscere le situazioni di reale pericolo?

No, mi spiace, a questo gioco non ci sto. I Servizi sociali devono essere competenti e preparati a riconoscere i possibili rischi, devono saper cogliere i campanelli di allarme. Io avevo cercato in tutti i modi di avvisare che il padre di Federico era pericoloso, e sono rimasta inascoltata. A Cremona madre e figlia vivevano in una casa protetta, non ci saranno state restrizioni, ma qualcosa vorrà pur dire.

Si aspetta ancora qualcosa dalla giustizia, dopo l’assoluzione delle tre persone (un educatore e due assistenti sociali) che seguivano il caso di Federico?

Poiché dalla giustizia italiana non ho avuto nulla, ho fatto ricorso alla Corte dei diritti umani di Strasburgo. A breve dovrebbe arrivare la sentenza. Non m’interessano i risarcimenti, voglio lanciare un segnale e dare a mio figlio almeno un po’ di giustizia. Lo devo a Federico e a tutti i bambini. Intanto continuerò a lavorare con la onlus “Federico nel Cuore” per riaffermare i diritti dell’infanzia, a partire dall’inviolabilità.