Sacra Famiglia di Cesano Boscone, i lavoratori davanti alla Curia di Milano

La protesta del personale e dei sindacati contro il taglio dei salari e per il ritorno ai vecchi contratti. L'azienda replica: nessuno stipendio tagliato e pronti a trattare, ma in un quadro di sostenibilità

L’ormai storica mutanda-simbolo è comparsa anche in piazza Fontana

L’ormai storica mutanda-simbolo è comparsa anche in piazza Fontana

Cesano Boscone (Milano), 20 febbraio 2020 - In centinaia hanno manifestato ieri mattina a Milano in piazza Fontana davanti alla sede della Curia per dire no al taglio dei salari e chiedere il ripristino delle condizioni economiche al 31 dicembre 2019. I lavoratori della Sacra Famiglia non intendono arretrare e attendono l’udienza avanti al Tribunale del Lavoro del 27 febbraio. "Se non ci sarà il ripristino del vecchio contratto andremo avanti con la mobilitazione - spiega Walter Gelli, di Cub Sanità che comunque apre all’azienda - Se non hanno la copertura per il rinnovo del contratto possiamo discutere come dilazionare i pagamenti. Ma non torniamo indietro. Le Rsu hanno anche consegnato una lettera al Cardinale Mario Delpini.

«Siamo qui a rendervi noti alcuni gravi accadimenti che colpiscono anzitutto ogni singolo lavoratore, ma in modo ancor più grave i dipendenti assunti prima del 31 Marzo 2008, molti dei quali prossimi a pensione. Personale questo per altro negli anni già ben penalizzato. La Fondazione Sacra Famiglia è una ex Ipab de-pubblicizzata a inizi anni 2000 e in quella occasione, il personale già subiva un primo passaggio in pejus passando dal contratto Sanità Pubblica a Aris Sanità Privata. Meno di 10 anni dopo la Fondazione dava disdetta ad Aris e applicava il Ccnl Uneba al nuovo personale assunto, con l’intenzione poi di applicarlo a tutti. "Ora Isf rinnega ogni impegno, e che unilateralmente, imponga dal 1 Gennaio 2020 l’Uneba base a tutto il personale, compresi circa 900 lavoratori ante 2008".

Il danno economico, "che Fondazione sta infliggendo al personale è elevatissimo e rischia di scavare un solco insanabile anche nelle relazioni tra persone, ovvero tra chi delinea il destino e il buon nome della Azienda e chi invece tale destino lo determina col proprio personale impegno, braccia e schiena in prima linea tra gli Utenti. Sacra Famiglia quindi riconosca la validità della scadenza Cia a fine 2020 e le norme di chiusura e salvaguardia in favore dei lavoratori ante 2008 dei 2 accordi".

Per Sacra Famiglia nessun taglio di stipendio in atto. "Sacra Famiglia ribadisce ancora oggi, come nelle scorse settimane, la disponibilità a tornare al tavolo e chiudere il contratto integrativo. Non solo: è disponibile anche a ulteriori sforzi per avvicinarsi alle richieste sindacali con un atteggiamento di massima trasparenza e mettendo a disposizione tutto quello che oggi può offrire. Le risorse tuttavia non sono infinite, anche perché Sacra Famiglia ha di fronte anni di grandi investimenti che nessun ente pubblico pagherà, e che sono fondamentali per il futuro delle persone anziane, disabili, fragili che assiste. E tutto deve restare sostenibile: non è possibile infatti squilibrare ulteriormente il conto economico, incrementando soltanto il costo del lavoro senza poter contare su adeguate coperture".