Rozzano, gli angeli custodi delle querce

I volontari di “Ape” ne hanno salvate trentacinque dalle ruspe

Una volontaria di Ape nel bosco dove sono stati trapiantati i tronchi

Una volontaria di Ape nel bosco dove sono stati trapiantati i tronchi

Rozzano (Milano), 18 aprile 2018 - Sono contrari alle nuove costruzioni, al cemento, ai complessi residenziali che spuntano come funghi in tutto l’hinterland milanese. Ma i volontari dell’associazione per la salvaguardia dell’ambiente “Ape Natura” non vogliono fare battaglie contro i costruttori, proprio perché «non risolverebbero nulla. Sarebbe inutile fare una guerra contro qualcosa che non possiamo cambiare», spiegano.

Per questo motivo, hanno deciso di seguire il motto «salvare il salvabile», che è ormai l’obiettivo principale del gruppo, impegnato nella salvaguardia di piante e animali e, con lo stesso scopo, nella gestione dell’Oasi naturalistica Smeraldino di Rozzano: ventidue ettari di terra trasformata, oltre dieci anni fa, in un polmone verde di biodiversità. I volontari dell’associazione Ape Natura hanno ora un altro ambizioso obiettivo: entrare all’interno dei cantieri dove «per costruire le case abbattono quelle degli animali», raccontano, per salvare, appunto, le specie che vivono all’interno delle aree dove sorgeranno i palazzi. Ecco perché sono andati vicino al parco delle Rogge, dove è nato il nuovo complesso residenziale, e hanno trasferito, grazie all’aiuto dell’imprenditore che gestisce l’area in trasformazione, trentacinque querce ad alto fusto in una zona privata non lontana, scongiurandone così l’abbattimento e preservandone la storia e la bellezza.

«Un’opera i mitigazione – spiegano i ragazi di Ape Natura, dove tra i volontari ci sono anche biologi e ornitologi –. Grazie alla collaborazione con imprenditori che capiscono l’importanza di salvare l’ambiente, riusciamo a intervenire per provare a trasferire altrove piante di pregio e animali costretti allo sfratto per fare posto al cemento». A spingere i volontari in questa iniziativa è soprattutto la passione e il rispetto profondo per la natura. Per questo, non hanno certamente paura di alzarsi all’alba, andare dentro i cantieri e costruire piccole trincee per gli animali: rospi, rane, lumache, conigli, bisce, ricci d’acqua, insetti. Tutti animali che potrebbero morire sotto ruspe e betoniere. «Per far uscire dalle tane gli animali e costringerli, nostro malgrado, a farli spostare, creiamo dei piccoli tunnel dove vediamo che le bestie hanno fatto tane e nidi. Oppure, utilizziamo prodotti naturali sgradevoli agli animali, come aglio e ricino, per farli uscire dalle tane e non farli nidificare in certi punti». Ridurre i danni della cementificazione è comunque fattibile per i volontari, impegnati in un grande sforzo. Certo, «costa di più rispetto a radere tutto al suolo e abbattere, ma tentiamo di convincere gli imprenditori che avvalersi di questo metodo di salvaguardia e protezione per gli animali gli fa acquistare credibilità e sensibilità. Il pianeta non può più sopportare la nostra devastante presenza: dobbiamo salvare il salvabile». Al parco delle Rogge di Rozzano sono riusciti a farlo.