Rozzano, la protesta della onlus: "Così il Comune ci nega il futuro"

Una croce di legno per “Area 51” davanti al municipio dopo lo sfratto

La protesta in piazza Foglia

La protesta in piazza Foglia

Rozzano (Milano), 17 novembre 2018 - Mattinata di passione ieri per Rozzano dove è andata in scena la protesta dei ragazzi della onlus “Area 51” che, sfrattati dalla loro sede di via Emilia, hanno inscenato una via Crucis che ha attraversato il centro. Il corteo aperto da Gennaro Speria, rappresentante della onlus che ha portato una grossa croce in legno sulle spalle, dopo aver percorso via Lombardia e viale Liguria è arrivato in piazza Foglia. Qui la croce, alta oltre due metri, è stata innalzata e legata ad un palo davanti all’ingresso del municipio. Una protesta che ha avuto come obbiettivo l’amministrazione comunale, colpevole, a detta dei ragazzi, di non aver dato una mano alla onlus. Assieme ai ragazzi di “Area 51” in piazza semplici cittadini ma anche l’ex sindaco Massimo D’Avolio e alcuni esponenti di associazioni locali.

Gennaro Speria è un ex detenuto che oggi, pagati i suoi conti con la giustizia, guida “Area 51”, una realtà che offre lavoro ai ragazzi del quartiere e a quelli che vengono mandati in affidamento in prova dal Tribunale. Lui ritiene di non essere stato ascoltato dall’amministrazione comunale. «Ci troviamo senza nulla – spiega Gennaro Speria – Purtroppo non pagavamo tutto l’affitto e alla fine non siamo riusciti a pagare più perché abbiamo preferito dare da mangiare ai nostri ragazzi e alle loro famiglie e così, senza aiuti, è arrivato lo sfratto esecutivo. Non so nemmeno a quanti ragazzi abbiamo dato un aiuto o cercato di dare un futuro diverso da quello che avevano già scritto. Questa è una protesta fatta con un simbolo di pace».

«Siamo una famiglia e cerchiamo di aiutarci l’uno con l’altro – spiega Alessandro Celibato, artista locale noto come Ale Nocivo – Faremo delle iniziative per raccogliere fondi per aiutare “Area 51” a vivere». «Ho conosciuto lo zio (così i ragazzi chiamano Gennaro Speria) pochi mesi fa e ho subito visto che era una persona disponibile e davvero di cuore, pronta ad aiutare il prossimo – spiega Ivonne Patantuono – Per questo spero che questa realtà rimanga in piedi perché i ragazzi di strada sono molto affezionati a lui». «Il nostro futuro per ora sembra brutto ma con lo zio Genny faremo in modo che torni ad essere bello – spiega Mohamed Ismail, giovane di “Area 51”. Le istituzioni potevano aiutarci ma hanno chiuso le porte in faccia ai giovani rozzanesi».

«Tutti nella vita devono avere una possibilità – spiega Umberto Palomba, responsabile di una cooperativa che aiuta ex detenuti – Questa vicenda è triste. Come cooperativa sociale metteremo a disposizione un contributo per “Area 51” per dare una mano a pagare gli affitti per i primi 3 o 4 mesi per un nuovo capannone e invitiamo anche le altre associazioni a dare una mano».