Rozzano, la festa di Natale cancellata? Urtava il preside, non gli islamici

A Rozzano genitori cattolici e musulmani uniti contro la scuola di MASSIMILIANO MINGOIA

La festa di Natale cancellata

La festa di Natale cancellata

Rozzano (Milano), 28 novembre 2015 - Cattolici e musulmani uniti contro la cancellazione della festa di Natale e la rimozione del crocifisso decise dai vertici scolastici dell’Istituto comprensivo Garofani di Rozzano. La reazione dei genitori che frequentano la scuola (in particolare la primaria di via Milano) alle decisioni del dirigente scolastico Marco Parma è stata per certi versi sorprendente. Islamici turbati dal partecipare a una festa di Natale in cui i bambini avrebbero cantato cori come «Jingle Bells» e «Tu scendi dalla stelle»? Neanche per sogno. Una famiglia di religione musulmana che preferisce rimanere anonima (madre italiana, padre di origine egiziana, figlio alle primarie) ha deciso perfino di firmare la lettera che una trentina di genitori ieri ha inviato al preside per contestare la cancellazione della festa musicale di Natale che si sarebbe dovuta svolgere come gli anni scorsi al Teatro Fellini (l’appuntamento è slittato al 21 gennaio ed è stato ribattezzato «Festa d’Inverno») e per protestare contro la rimozione dei crocifissi dalle aule decisa lo scorso giugno dal Consiglio di Istituto.

Nella lettera dei genitori si legge: «Non riteniamo giusto che i bambini debbano rinunciare, senza spiegazioni, a vivere anche nell’ambito scolastico e con le consuete modalità la festività del Natale. Non si tratta solo di una questione legata al credo religioso, seppur ritenuto di primaria importanza: in questo modo si vanno a ledere anche l’identità culturale e le tradizioni proprie della nostra società civile. È inutile cercare di imprimire nei bambini e nei ragazzi l’amore per il proprio Paese se a conti fatti si tolgono loro delle certezze di indentità culturale». I genitori sottolineano che la decisione del preside è stata presa senza che nessuna famiglia musulmana abbia protestato per la festa con canzoni natalizie. «L’apertura mentale e la capacità di integrarsi con altre realtà passano necessariamente dalle tradizioni proprie del Paese di appartenenza (...). Anzi, proprio in nome del valore dello scambio culturale riteniamo che perseverare, senza limitazioni, nelle nostre tradizioni non possa che comportare un arricchimento verso coloro che professano altre religioni e/o tradizioni». Il preside Parma, intanto, ribadisce la sua posizione: «Dopo la strage di Parigi i canti religiosi sarebbero stati una provocazione pericolosa». Genitori cattolici e musulmani firmatari della lettera, però, non la pensano allo stesso modo.

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net