Rozzano: malaburocrazia, ditta bloccata

L’Inps ferma l’attività per un mancato versamento di 29 centesimi

Antonio Adamo mostra la lettera dell'Inps

Antonio Adamo mostra la lettera dell'Inps

Rozzano (Milano), 19 gennaio 2019 - Passano gli anni e cambiano i governi ma la burocrazia resta sempre la stessa: spesso per i suoi errori fa piangere ingiustamente i contribuenti e a volte li lascia senza parole come accaduto nel Rozzanese a un imprenditore che si è visto bloccare l’attività dall’Inps per un mancato versamento di 29 centesimi. Protagonista di questa ennesima grottesca vicenda è Antonio Adamo, 57 anni, di Pontesesto, titolare di una azienda edile, un tempo del padre, che prevalentemente opera nel privato con ristrutturazioni di appartamenti e negozi. Nell’adempiere alle innumerevoli incombenze che spettano a chi ha una attività, a inizio gennaio ha rinnovato il Durc (documento unico di regolarità contributiva).

Un pezzo di carta che ha una validità di 90 giorni e che certifica che l’azienda è in regola con il pagamento delle tasse e, in particolare dei contributi. L’assenza di tale documento inficia l’attività e i pagamenti di fatto vengono  bloccati fino a quando non viene regolarizzato il presunto mancato pagamento. Un’operazione che si effettua telematicamente, quando il sistema funziona, perché capita talvolta che è in down (gergo utilizzato quando il sistema si blocca) e che per lo stesso canale manda la risposta. «Siamo sempre stati in regola con i versamenti da quando l’azienda era di mio papà. L’ultimo Durc che mi era stato rilasciato senza problemi come i precedenti mi scadeva a gennaio. L’ho rinnovato come sempre e ma l’Inps mi ha inviato nella casella un invito a regolarizzare 29 centesimi per un presunto errore di versamento dei contributi relativi al mese di gennaio del 2015. - racconta Antonio Adamo - Ovviamente si tratta di pratiche che fa il commercialista ma quando ho letto la cifra sono rimasto allibito».

In effetti  per quei 29 centesimi di presunto mancato  versamento, lo Stato gli ha applicato una sanzione pari a 23 euro e 78 centesimi e altri 11 euro di sanzione gli sono stati addebitati per non aver versato un importo che dalla cartella esattoriale risulta pari a zero. Probabilmente si tratta di un ulteriore errore. Insomma alla fine Adamo dovrà pagare ben 35,77 euro. «Non è per l’importo che è ridicolo ma ho chiesto chiarimenti perché questi sono tassi da usura, anzi - aggiunge con un velo di ironia l’imprenditore rozzanese - nemmeno gli usurai su importi a zero chiedono interessi». In attesa di avere risposte dall’Inps che Adamo ha richiesto senza ricevere ancora l’Inps mi ha inviato nella casella un invito a regolarizzare 29 centesimi per un presunto errore di versamento dei contributinulla, viene da domandarsi quanto è costata allo Stato applicare una sanzione su un’omissione, non certa, di 29 centesimi? «Ho passato la palla al commercialista che mi farà sapere. Per fortuna comunque s tratta di una cifra irrisoria e che per evitare problemi e sbloccare l’azienda credo che comunque pagheremo».

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