Rozzano, l’appello di baristi e ristoratori: "Tornate a lavorare in ufficio"

Le attività commerciali del territorio sperano in una ripartenza a settembre: "Se no chiudiamo"

I commercianti

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Rozzano (Milano), 25 agosto 2020 - Lockdown e smart working: due facce della pandemia che stanno mettendo in ginocchio alcuni settori come quello delle tavole fredde e calde e dei bar. Qualcuno pensa di modificare i servizi offerti, altri temono la chiusura e altri ancora invece reggono grazie alla clientela affezionata. Settembre e ottobre diranno con maggiore chiarezza quali effetti avrà avuto realmente il Coronavirus sull’economia del terziario. Anche se purtroppo i segnali che arrivano sono più che negativi. Decine di locali e alcune centinaia di lavoratori del Sud Milano vivono col fiato sospeso sperando che i dati in crescita sui positivi di Covid non portino a un nuovo blocco che potrebbe mettere in ginocchio definitivamente molte realtà.

«Speriamo tutti in una ripresa che interessi tutto il settore. Dobbiamo affrontare una nuova sfida, questo nuovo modo di lavorare da casa per molte grandi aziende - spiega Nunzio Franco, titolare dello storico bar, caffetteria e tavola fredda Lucky Point Cafe e di un locale ad Assago -. Probabilmente non tornerà più tutto come prima e lo smart working potrebbe prendere piede. Dobbiamo diversificare i servizi e trovare nuove strade per tenere in piedi l’attività come, ad esempio, le consegne a domicilio". Crede nella ripresa di settembre Marco Colombo, responsabile della Wiener House al Fiordaliso: "La clientela sta lentamente tornando a frequentare i locali anche se ovviamente abbiamo registrato un calo di presenze per quanto riguarda i lavoratori che venivano qui a pranzo. Ma fortunatamente abbiamo anche una clientela fissa che torna a trovarci la sera e che ci consente di andare avanti e pareggiare il calo del pranzi". Crisi intensa per Rino Frangiosa, responsabile del gettonatissimo bar Club al centro commerciale Milanofiori: "Lo smart working a mezzogiorno ci ha portato via tanto. Prima servivamo fra i cento e i centoventi clienti, mentre oggi a stento arriviamo a una decina. Con gli uffici chiusi ancora non abbiamo visto la ripresa, ce la caviamo solo la sera grazie a qualche aperitivo, ma la situazione è molto difficile".

Girando per queste attività commerciali emerge che, chi rispetta le regole, deve fare i conti con gli spazi limitati e quindi anche questo diminuisce la capacità di accogliere più clienti. Per Alfonso Romano, anche lui lavoratore di una tavola fredda al Carrefour, manca tanto il giro di affari: "Oggi non viene nessuno. Pochissimi clienti e incassi inesistenti. Prima eravamo sempre pieni, ora quando arriva qualche cliente in più, raramente, dobbiamo fare i conti con la riduzione dei posti. Speriamo che a settembre finisca lo smart working e che i dipendenti tornino a lavorare negli uffici".