Smaltimento illecito di rifiuti, Ri-Maflow: le irregolarità erano note

Il sindaco di Trezzano interviene nella bufera che si è abbattuta su Ri-Maflow con un blitz e un arresto per traffico illecito di rifiuti

Ri-Maflow

Ri-Maflow

Trezzano sul Naviglio, 28 luglio 2018 - Il giorno dopo la bufera giudiziaria che si è abbattuta su Ri-Maflow e che ha trascinato la cooperativa di lavoro al centro di un’inchiesta su traffico illecito di rifiuti, creazione di discariche abusive, frode in commercio e falso nelle pubbliche registrazioni, in città non si parla d’altro. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Massimo Lettieri, il presidente della cooperativa che insieme ad altri ex operai ha dato vita alla cittadella dell’altra economia in cui il salario è sinonimo di dignità, ha scatenato le piazze reali così come quelle virtuali. Solidarietà è giunta sui social, tanto che è stato coniato l’hashtag #IoStoConRimaflow e si trovano parole di solidarietà dalla «rete solidale» delle cooperative e delle associazioni che portavano avanti iniziative insieme a Ri-Maflow. Duro, invece, è il commento dell’amministrazione comunale che, già un anno fa, aveva dato il via ad una serie di verifiche. Controlli portati avanti nel nome della legalità.

«Eravamo al corrente delle gravi irregolarità all’interno della Rimaflow – dichiara il sindaco di Trezzano Fabio Bottero – riscontrate in seguito a sopralluoghi effettuati dai nostri funzionari. Eravamo in fiduciosa attesa dell’intervento delle autorità competenti. Ora confidiamo che siano ripristinate le condizioni di sicurezza all’interno delle strutture e non si verifichino più illeciti. Rispetto delle regole e legalità devono valere sempre e per tutti, non si può derogare soprattutto se ci sono pericoli per la salute dei cittadini e dei lavoratori». Ai primi di settembre, con informazioni più complete, verrà convocato un Consiglio comunale per trattare l’argomento.

«Abbiamo provato più volte a dialogare con i rappresentanti della Ri-Maflow – aggiunge il vicesindaco Domenico Spendio – per spingerli a regolarizzare la loro situazione, anche coinvolgendo la Prefettura. Un tentativo sincero a salvaguardia del loro progetto di lavoro e del rispetto delle norme a tutela degli stessi lavoratori: spesso siamo stati fraintesi e siamo diventati impopolari, ma compito di un buon amministratore è trovare soluzioni a salvaguardia dei cittadini nel rispetto della legalità». «Non abbiamo mai voluto guardare Ri-Maflow sotto l’aspetto politico, dal quale ovviamente saremmo lontani, ma come un fenomeno sociale – spiega Giuseppe Russomanno di Controcorrente – Per questo esprimiamo solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti e prima di puntare il dito aspettiamo che la magistratura si esprima. Non condividiamo le opinioni di chi ha la memoria corta: l’occupazione dello stabilimento, i progetti portati avanti e le iniziative promosse da Ri-Maflow sono state sostenute da tutti: dalla politica alle istituzioni al clero. Alcuni computer rigenerati dai lavoratori autogestiti sono stati donati alle scuole del territorio, ultimamente hanno ospitato la visita del Cardinale Delpini e non da ultimo, negli spazi di via Boccaccio sono state fatte feste, concerti e iniziative a cui hanno partecipato tutti, anche rappresentanti dell’amministrazione. A quel tempo le irregolarità non erano note?».