San Giuliano, rapinato dai finti agenti

Hanno persino simulato una perquisizione in casa per prendere 1.300 euro a uno spacciatore. Arrestati

Poliziotti al lavoro

Poliziotti al lavoro

San Giuliano Milanese (Milano), 17 giugno 2018 - Si sono finti agenti di polizia per rapinarlo di tutto. L’hanno aspettato sotto casa, in via Bramante a San Giuliano Milanese, nascosti in macchina. Quando la loro vittima, un presunto pusher di 45 anni, stava rientrando a casa hanno proceduto con la finta retata, impugnando una pistola (che poi si è scoperto essere a gas) e sostenendo di essere agenti della polizia di Stato.

Uno di loro al suo arrivo si è voltato all’improvviso e ha mostrato sotto il giubbino la pettorina con la scritta polizia. Un altro ha fatto vedere una pistola e tutti si sono fatti accompagnare nell’abitazione dell’uomo, non prima di averlo ammanettato, sostenendo di dover fare una perquisizione. La vittima non ha opposto resistenza ed è rimasto seduto su una sedia, mentre uno lo teneva sotto controllo e gli altri tre gli controllavano la casa alla ricerca di denaro. Alla fine hanno trovato circa 1.300 euro in contanti. Ma a un certo punto hanno sentito dei rumori provenire dal pianerottolo. Hanno aperto la porta e si sono trovati davanti i poliziotti del Commissariato Scalo Romana di Milano, in quel momento in presidio sul territorio, che li hanno subito ammanettati e arrestati.

I quattro uomini fermati sono A.I., 27 anni, marocchino, il 48enne albanese M.I., e gli italiani S.M., 45 anni, e C.E., 44, che ha appena finito di scontare una pena per altri fatti. Tutti hanno precedenti penali. I quattro sono finiti in carcere a Lodi. Per loro le accuse sono tentata rapina in concorso, violazione di domicilio, sostituzione di persona e anche aver fatto passare per autentica una pistola che in realtà era a gas e spara solo pallini di plastica. Durante l’interrogatorio di garanzia i finti poliziotti hanno risposto alle domande del gip di Lodi Isabella Ciriaco, scaricandosi le colpe a vicenda. Ieri il giudice per le indagini preliminari ha confermato la misura cautelare del carcere per tutti.