I sindacati al Policlinico San Donato: "No all’accordo-ghigliottina"

Il messaggio che i delegati sindacali del San Raffaele hanno voluto lanciare ai vertici dell'azienda ospedaliera

Il presidio di ieri contro le esternalizzazioni al Policlinico San Donato

Il presidio di ieri contro le esternalizzazioni al Policlinico San Donato

San Donato Milanese (Milano), 19 aprile 2018 - «No alle esternalizzazioni e alle riduzioni di organico negli ospedali». È questo il messaggio che i delegati sindacali del San Raffaele hanno voluto lanciare con la manifestazione organizzata ieri mattina davanti al Policlinico San Donato. Un presidio di tre ore, promosso dalle sigle Usi, Sgb e Fials, per esprimere solidarietà alle 28 lavoratrici dello stesso Policlinico che, con l’esternalizzazione del servizio di pulizia e distribuzione dei pasti, saranno dichiarate in esubero.

La riorganizzazione decisa dall’azienda riguarda in totale 67 addetti, che sinora sono stati dipendenti dell’ospedale. La maggior parte di queste persone ha scelto di passare in capo alla cooperativa che dal primo maggio prenderà in carico il servizio. Al contrario, le 28 «dissenzienti» non hanno voluto firmare l’accordo per il passaggio alla cooperativa, ritenendo i contenuti di quell’intesa penalizzanti e limitativi. «L’accordo prevede che il personale si licenzi dal Policlinico, per essere poi assunto dalla cooperativa – spiega Margherita Napoletano, di Sgb -. In questo modo si perdono l’articolo 18 e i diritti acquisiti sinora. Per persone con più di 50 anni, e con qualche problema di salute, quel documento è inaccettabile. Questa situazione è emblematica di come il gruppo San Donato lasci per strada, con arroganza, lavoratori che hanno fino a 30 anni di anzianità professionale».

«Quell'accordo ha il sapore del ricatto: di fronte alla possibilità di perdere il posto, sembrano non esserci alternative – fa eco Claudia Moro, di Usi -. Una situazione umiliante. Se la mentalità del gruppo è questa, domani potrebbe toccare a ciascuno di noi». Bandiere, volantini e palloncini colorati (a simboleggiare l’articolo 18 che vola via) hanno accompagnato il presidio che, oltre ad esprimere solidarietà alle lavoratrici, ha voluto ribadire un secco «no» a tagli e riduzioni di organico mascherate da trasferimenti, cessioni ed esternalizzazioni. «Vogliamo contrastare l’idea dell’azienda, di usare il personale per fare cassa. E’ una logica pericolosa, che in futuro potrebbe essere applicata in altre sedi del Gruppo – spiega Michele Bonafede di Sgb -. I lavoratori non possono essere considerati merce di scambio». «Il gruppo ospedaliero San Donato è distribuito su molte sedi, vogliamo favorire il dialogo e la collaborazione fra i lavoratori delle diverse realtà aziendali – afferma Angelo Mulè di Usi -. E’ doveroso far sentire la vicinanza a chi rischia il posto, tanto più che anche al San Raffaele siamo stati interessati, in passato, da procedure di licenziamento». I sindacati ribadiscono che va salvaguardata la qualità dei servizi e che il fattore umano non deve essere subordinato a logiche di profitto.