Peschiera, scontro tra perizie: vittime gli alberi

L’acceso confronto tecnico sui 240 pioppi a rischio si risolve con l’annuncio ufficiale dell’abbattimento

Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le iniziative per salvare gli alberi di via Galvani

Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le iniziative per salvare gli alberi di via Galvani

Peschiera Borromeo (Milano), 3 settembre 2020 - È definitivo: i 240 pioppi di via Galvani sono destinati all’abbattimento. Alla base della decisione, annunciata dal sindaco Caterina Molinari al termine di una commissione tecnica tesa e combattuta, è la non confrontabilità delle due perizie fra loro, in quanto i parametri di riferimento utilizzati sono diversi da quelli concordati. Al centro della discussione, i risultati a cui sono giunti i due esperti, Daniele Zanzi incaricato dal comitato cittadino “La voce degli alberi“, e Marco Giorgetti nominato dall’Amministrazione comunale, che hanno esposto le motivazioni tecniche alla base delle loro conclusioni, fra loro opposte. Gli alberi si sarebbero potuti salvare con una appropriata potatura.

Queste le considerazioni di Zanzi, che in risposta alla contestazione di non avere utilizzato lo stesso coefficiente di trazione, ha ribadito come il parametro utilizzato da Giorgetti, da cui partire per le valutazioni finali, fosse sbagliato. "La scienza è evoluzione e adattamento", ha spiegato. "Wessolly, il luminare a cui entrambi facciamo riferimento, ha ratificato i valori negli anni. Io ho utilizzato i parametri più recenti". Agli antipodi le conclusioni di Giorgetti che nelle sue analisi ha confermato il risultato della prima perizia: gli alberi sono a rischio caduta in quanto non hanno avuto modo di eradicarsi in un terreno adatto. "Spenderemmo dei soldi per dei mutilati - ha ribadito -, dunque meglio abbatterli. È una scelta coraggiosa anche per non spendere inutilmente i soldi dei cittadini». Una scelta politica secondo il sindaco: «Può essere fastidiosa o dolorosa ma il principio che ci guida è di permettere alle generazioni future meno manutenzioni", ha dichiarato.

"Come sindaco ho una responsabilità civile e penale a cui rispondere. Ritengo irresponsabile lasciare in eredità qualcosa che sappiamo essere pericoloso". Di diverso avviso gli esponenti del comitato cittadino: "Vogliamo fare notare – hanno evidenziato – il difficile clima in cui si è trovato il nostro incaricato, letteralmente investito da un fuoco di domande incalzanti, poste in modo inquisitorio, quasi fosse l’imputato in un’aula di tribunale. Invece di avviare una riflessione costruttiva sulla novità di una perizia che smentisce la precedente e che apre la strada a soluzioni nuove in grado di salvare un patrimonio verde di incommensurabile valore, si è voluto cavillare in modo pretestuoso sul valore di un parametro in verbale. Un atteggiamento offensivo, ci prepariamo a percorrere tutte le strade possibili per evitare quello che si profila come un vero e proprio disastro ambientale".