Melegnano, scritte razziste contro il ragazzo adottato: la città condanna

Il sindaco Bertoli: "Siamo tutti uniti contro le ingiurie e la volgarità"

Il sindaco Bertoli con Angela Bedoni, Paolo Pozzi e Domenico Faugiana

Il sindaco Bertoli con Angela Bedoni, Paolo Pozzi e Domenico Faugiana

Melegnano (Milano), 15 febbraio 2019 - «La nostra città è unita nel condannare il razzismo, le ingiurie e la volgarità». Sono i concetti ribaditi dal sindaco Rodolfo Bertoli (Pd) rispetto agli insulti anonimi rivolti ad una famiglia che ha adottato un ragazzo senegalese e che si è ritrovata frasi ingiuriose scritte sul porticato di casa. Proprio le vittime di quel vile gesto, Angela Bedoni e il marito Paolo Pozzi, sono state ricevute ieri sera dal sindaco durante un incontro informale in Comune.

All'incontro erano presenti anche alcuni assessori dell’Esecutivo locale e il maresciallo dei carabinieri Domenico Faugiana, i cui uomini stanno indagando sull’accaduto. «Non possiamo restare indifferenti rispetto a quanto successo – dichiara il sindaco a pochi giorni dal fatto – Ancorché frutto di una mente che in quel momento era senz’altro annebbiata, quelle scritte riflettono un clima generale. Un clima intollerabile, che richiama alcuni tempi bui del passato del nostro Paese. Chi fomenta certi odi rischia di costruire una generazione sbagliata, fondata sul sospetto e la diffidenza, anziché sull’accoglienza».

Nelle ultime ore i Pozzi sono stati raggiunti da centinaia di messaggi di affetto e comunanza. Dalle associazioni ai partiti politici fino ai sindacati, in molti hanno espresso solidarietà alla famiglia. «Melegnano si è rivelata unita e determinata nel condannare quelle frasi – conferma Bertoli – Un aspetto importante, anche per scoraggiare eventuali episodi di emulazione». Quella dei Pozzi è una bella storia d’integrazione iniziata quattro anni fa, quando Paolo e Angela hanno conosciuto Bakary nel centro di accoglienza di San Zenone al Lambro, dove i Pozzi svolgevano attività di volontariato e il ragazzo era appena arrivato dopo aver raggiunto l’Italia a bordo di un barcone.

«Ci è stato proposto di adottarlo e abbiamo detto sì», racconta Angela. Come molti giovani stranieri trapiantati nel nostro Paese, Bakary è diventato esempio d’integrazione: parla un ottimo italiano, sta prendendo il diploma di terza media, gioca a calcio ed è un campione di atletica. «La sera esce spesso con gli amici, va a vedere partite e concerti. Tifa Juve», racconta la mamma. Paolo e Angela sono stati invitati a presenziare al prossimo Consiglio comunale, per ricevere nuovamente la solidarietà dell’intera classe politica.