Melegnano, stranieri in mensa solo col rogito

Ma i sindaci (di centrosinistra) frenano: "Pronti a rivedere alcuni aspetti del provvedimento"

Una mensa scolastica

Una mensa scolastica

Melegnano (Milano), 19 settembre 2018 - Stranieri in mensa solo con il rogito. Ma i sindaci (di centrosinistra) frenano: «Pronti a rivedere alcuni aspetti del provvedimento». Il distretto sociale del Sud-Est Milanese, che comprende nove Comuni della via Emilia, ha assunto le linee guida regionali che impongono ai cittadini extra Ue di presentare la documentazione relativa a eventuali immobili di proprietà ubicati nei Paesi d’origine per poter usufruire delle tariffe agevolate per la refezione e i servizi scolastici.

Senza gli incartamenti, tradotti e autenticati, alle famiglie vengono applicate le rette massime. Il provvedimento è stato assunto a livello inter- territoriale tramite Assemi (l’Azienda per i servizi sociali), ma ad oggi i Comuni lo hanno declinato in maniera diversa, a seconda di alcuni aspetti tecnici e anche degli orientamenti politici. Da San Donato a Cerro al Lambro, le amministrazioni di centrosinistra sembrano aver adottato una linea soft rispetto agli esecutivi di centrodestra, in testa San Giuliano, che si attengono alla prassi in maniera più rigorosa. Per il futuro, non si escludono degli aggiustamenti anche per rendere più omogenei i criteri di applicazione. «Forse c’è stata un po’ di fretta nel recepire la norma regionale e non ci si è resi conto che il provvedimento era parzialmente in contrasto con le direttive nazionali in materia di Isee. Perciò stiamo raccogliendo alcuni pareri tecnico-legali per apportare eventuali modifiche - annuncia il sindaco di Cerro al Lambro Marco Sassi, di centrosinistra -. Le linee guida recepite da Assemi non sono state ancora assunte dal nostro Comune, che per ora non richiede agli stranieri la documentazione aggiuntiva».

«Non escludiamo d’introdurre degli aggiustamenti al provvedimento - conferma Andrea Checchi (Pd), sindaco di San Donato -. A San Donato vige un regolamento interno alla città, per il quale è considerata ancora valida la dichiarazione sostitutiva unica (autocertificazione, ndr). Ci fidiamo dei nostri cittadini». A Melegnano, dove pure governa il Pd, è richiesta la documentazione aggiuntiva, «però siamo disponibili a valutare caso per caso e a dare a tutti la possibilità di regolarizzare la propria posizione - precisa il sindaco Rodolfo Bertoli -. Al momento la situazione non sta creando particolari disagi». L’introdotto provvedimento ha suscitato forti prese di posizione politiche.

«A Lodi il Pd è sceso in piazza per contestare una prassi che nel Sud Milano è stata adottata da Comuni amministrati dallo stesso Pd. Un paradosso», commenta Cristiano Vailati, segretario della Lega Nord per la circoscrizione Est Milano. La sinistra di Melegnano, col suo leader Pietro Mezzi, ribadisce che «i bambini non si toccano» e invita i Comuni del distretto, in testa Melegnano, a sospendere l’efficacia delle delibere con le quali sono state assunte le linee guida regionali. Al contrario, il consigliere regionale Franco Lucente sottolinea che i sindaci che chiedono la documentazione sugli immobili «fanno il loro dovere, rispettano le regole».