Salvano uomo e il suo cane intrappolati in canale: Silvia e Teofil, gli eroi del Naviglio

Gaggiano, l'intervento provvidenziale della coppia

Teofil e Silvia insieme ai loro amati cani, Jarvis e Pepper

Teofil e Silvia insieme ai loro amati cani, Jarvis e Pepper

Gaggiano (Milano), 11 giugno 2018 - Ci hanno provato tre volte, prima di riuscire a tirarlo fuori dall’acqua. Hanno sentito gridare aiuto e si sono precipitati. Nel Naviglio c’era un uomo, sui 45 anni, che cercava di salvare il proprio cane mentre veniva trascinato dalla corrente. Sabato, tardo pomeriggio, verso le 19. Nel tratto del Naviglio che scorre di fianco alla strada Vecchia Vigevanese e bagna Gaggiano, all’altezza del supermercato U2. Un cane meticcio, taglia media, circa 15 chili di peso, finisce nel canale. Le cause sono ancora incerte, forse il cane era disorientato, forse ha sentito un rumore strano. Era appena arrivato alle porte di Milano, al canile di San Giuliano, dopo aver passato in auto 13 ore, portato dal Sud per un’adozione. A voler prendersi cura del cane, una famiglia: moglie, marito e bambina sui 12 anni di età.

Il cane finisce in acqua, il neo padrone non esita un istante e si getta per salvarlo. La corrente spinge il cane verso il ponte di Gaggiano, dietro il padrone nuota per raggiungerlo. Lo prende, riesce a stringerlo a sé, ma non sa come uscire dal corso d’acqua: chiama aiuto. «Ci siamo qui noi», cercano di tranquillizzarlo due ragazzi, una coppia. Silvia Pelizza, 29 anni, e Teofil Budau, 25. Silvia aspetta un bambino, ma non esita e corre verso l’uomo. Dietro di lei, i suoi due cani di sei anni, Jarvis e Pepper. La bambina continua a chiamare il nome del cane, Ringo, la moglie è paralizzata dalla paura. Non c’è alcun appiglio, non una scaletta alla quale agganciarsi. Intanto, un carabiniere che si trovava lì raggiunge i due ragazzi. I due uomini tendono il braccio al padrone sfinito. Tirano su il cane, che il 45enne solleva dalla corrente.

Poi cercano di tirare fuori anche lui. Ci provano per tre volte, ma niente. Alla quarta lo afferrano per il braccio e lo mettono in salvo. Le due cagnoline della coppia si sdraiano vicino al cucciolo ancora impaurito, «come se avessero capito che era in pericolo - racconta Silvia -. Noi eravamo intorno al padrone, era sotto choc, in quello stato del “non so nemmeno cosa ho fatto”, quelle situazioni in cui scopri un coraggio che non pensavi di avere». In effetti l’uomo si è reso conto solo quando era dentro l’acqua del Naviglio di quello che stava succedendo. Cane e padrone stanno bene, ma Silvia, gaggianese da una vita, lancia un appello: «In quel tratto non ci sono scalette o appigli: gli incidenti possono succedere ma non c’è nulla che possa aiutare chi finisce in acqua. Bisognerebbe posizionare degli appigli o, come succede in altri paesi, appendere dei salvagenti, calati ogni tot metri. Accorgimenti che possono salvare vite».