Febbre, dallo Strega al set: "La mia Rozzano è da film"

Dopo la finale al prestigioso premio narrativo conquistata con il primo romanzo Jonathan Bazzi pensa già al secondo, da ambientare ancora nella sua città

Jonathan Bazzi

Jonathan Bazzi

Rozzano (Milano), 4 luglio 2020 - Un film che sarà ambientato a Rozzano e un secondo romanzo. Jonathan Bazzi fa salire la “Febbre“ alla città, arrivando sesto al premio Strega con il suo libro autobiografico, un viaggio indietro nel tempo, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzangeles, il Bronx del Sud di Milano, terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, di Biagio Antonacci, di campioni dello sport come il pugile Scardina o il calciatore Arturo Di Napoli, dove si parla uno slang mixato tra milanese, siciliano e napoletano: un libro che ha ricevuto l’apprezzamento di Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, che promuove il premio Strega, giunto alla 74^ edizione. Parlando dell’allargamento della cinquina di finalisti, a un sesto candidato, ha rimarcato che "il libro Febbre (Fandango Libri) di Jonathan Bazzi è bellissimo e meritava sicuramente questa vetrina prolungata. Non c’era alcun libro di piccoli editori tra i primi cinque più votati, quindi è scattata la clausola del regolamento che prevede l’estensione a un sesto libro". Febbre ha ottenuto 50 voti alla finale vinta dal romanzo “Il Colibrì“ (La nave di Teseo) di Sandro Veronesi, che di voti ne ha ottenuti 200.

Un riconoscimento prestigioso? "Sì, anche se la vera emozione l’ho vissuta entrando nella sestina finale. Una volta in finale sapevo che era impossibile vincere il premio Strega".

La passione per la scrittura quando nasce? "Ha iniziato a manifestarsi dall’infanzia a Rozzano, scrivevo delle storie sui quadernoni, poi crescendo e frequentando l’artistico prima e filosofia poi, sono cambiati i mezzi espressivi e mi sono fermato maggiormente sulla scrittura".

Febbre finirà sul grande schermo? "È un progetto allo stato embrionale, del quale non mi occuperò direttamente. Probabilmente sarò coinvolto se gli sceneggiatori lo riterranno utile. L’intenzione comunque è quella di ambientarlo a Rozzano. Sarebbe un peccato non sfruttare la forza estetica che questa città possiede. Personalmente sto già lavorando a un secondo romanzo in parte autobiografico, che parte dalle periferie".

Una dedica? "A Pier Vittorio Tondelli, scrittore scomparso a causa dell’Aids e a tutto quello che non ha potuto raccontare perché quelli erano anni diversi". “Febbre“ racconta l’infanzia difficile di Jonathan, un giovane colto, emotivo, omosessuale, ironico, caratteristiche che lo rendono diverso, passando per il d-day che ha cambiato la vita, quando scopre di avere l’Hiv-con una diagnosi definitiva, arrivando fino al riscatto.