Fallimento Api, all’asta per sei milioni gli immobili di Rozzano

Il ricavato della vendita servirà a pagare parte dei debiti e gli stipendi agli ex dipendenti

 Una manifestazione di protesta degli addetti  contro la municipalizzata

Una manifestazione di protesta degli addetti contro la municipalizzata

Rozzano (Milano), 17 maggio 2019 - Fallimento Api (Azienda per il Patrimonio Immobiliare): i curatori mettono all’asta immobili per circa sei milioni di euro, per pagare parte dei debiti della ex partecipata al 100% dell’amministrazione comunale, società fallita nel maggio del 2017. Lo hanno reso noti i curatori fallimentari incarica dottoressa Roberta Zorloni e dagli avvocati Corrado Camisasca e Andrea Merlo, che hanno messo i vari immobili all’asta partendo da un base minima. Molti gli immobili che perderà la città di Rozzano per far fronte ai creditori, fra cui Monte Paschi e i 50 lavoratori che dal 2015 attendono stipendi arretrati e tfr. Ci sono anzitutto tre farmacie comunali: quella di via Arno (211.350 euro) di via Massimo D’Azeglio ( 251.600 euro) e di via Garofani (253.600 euro).

Poi il cemtro  polifunzionale di via Franchi Maggi (1.457.325 euro), la piscina comunale e il centro sportivo di via Perseghetto (1.260.400 euro), gli immobili di via Leonardo da Vinci, dove ha sede Area Sud Milano altra partecipata rozzanese a rischio fallimento e altri beni immobili. L’inizio del fallimento ha una data: il 28 ottobre del 2015. Giorno in cui vennero depositati i libri in tribunale dopo la rivolta dei 50 dipendenti che da 9 mesi non prendevano stipendi. «Il Fallimento Api fu dichiarato l’11 maggio di due anni dopo - spiega Marco Masini, blogger rozzanese. «L’incarico era stato dato al giudice Alida Paluchowski, la stessa a cui è stato dato l’incarico della procedura di concordato di Area Sud (vicenda che meriterebbe un capitolo a parte). Una prima vendita di beni di Api, durata circa un anno, a cavallo fra il 2017 e il 2018 aveva interessato beni mobili, mezzi e attrezzature, per complessivi 16 mila euro. Nel frattempo però le spese legali sostenute dal comune erano lievitate fino 580 mila euro».

Come si sia arrivati al fallimento di Api e al buco di circa 50 milioni di euro che nella casse della cosa pubblica rozzanese lo stanno accertando in vari procedimenti i magistrati. È un fatto che negli ultimi 15 anni sono stati pagati fior di milioni di euro in consulenze e stipendi a esperti e manager messi dai partiti. «Non ho mai fatto mistero della vicenda Api, e del fatto che ci saranno strascichi di tutto ciò. - spiega il sindaco di Rozzano, Barbara Agogliati - Siamo consapevoli del fatto che la curatela fa quello che il suo ruolo impone, cioè cercare di massimizzare l’attivo per saldare i conti, ma noi facciamo quello che è necessario per tutelarci».

Come? «Già da ora preannunciamo che è nostra intenzione, a tutela dell’interesse pubblico, mantenere la rivendica anche in Cassazione, qualora la sentenza sulla attuale opposizione sia, come immaginiamo, negativa. Fino ad oggi nessun servizio si è arrestato e nessuna ricaduta economica sul patrimonio comunale si è avuta. Per fare ciò abbiamo lottato e ci siamo difesi da tanti che invece su queste vicende intendono speculare. Noi abbiamo tutelato Rozzano da tutto ciò e vogliamo continuare a farlo».

La notizia dell’asta pubblica piomba nel pieno della campagna elettorale e infiamma il dibattito politico. «Apprendo ora che gli immobili legati alla procedura fallimentare di Api andranno all’asta a luglio - commenta Marco Macaluso, candidato sindaco di “Italia in Comune” e “Scegliamo Rozzano”, fino a settembre segretario del locale Pd -  D’altronde le richieste di chiarimenti su questi ed altri punti venivano affrontati evasivamente. Tutto restava chiuso nella stanza dei bottoni alla quale hanno avuto accesso in pochi. È l’epilogo di una continuità amministrativa dalla quale, dopo un mandato in cui ho preso più coscienza ed esperienza, voglio prendere le distanze e lo si capisce con la mia candidatura a sindaco in contrapposizione al mio recente e remoto passato». Per il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle Vincenzo Lepori, «alla guida delle partecipate sono stati messi soggetti che non avevano esperienza idonea. Non scelti con avviso pubblico e con presentazione di curricola. Per questo una società è già fallita e Area sud è in concordato preventivo. Infine nel 2017 Ama aveva ben 19 milioni di euro di debiti». «La maggioranza aveva negato l’accesso agli atti per non ledere i rapporti con i curatori ma ha leso i diritti dei cittadini violando la par condicio creditorum - spiegano dalla lista Massimo D’Avolio sindaco - Un fatto gravissimo e passibile di denuncia sono le tante bugie di questa giunta». Gianni Ferretti candidato sindaco del centrodestra si limita a dire: «Ecco la verità sugli immobili Api. Era curioso il comunicato del Pd contro il sottoscritto, che invece di spiegarci come e perché Api sia fallita lasciando senza lavoro decine e decine di persone; come si siano creati i 57 milioni di euro di debiti e dove siano finiti i 38 di mutuo erogati dalle banche ci accusavano  di strumentalizzare. E nulla dicono rispetto alle responsabilità politiche che hanno portato alla Waterloo rozzanese. Ci spieghino almeno come sia stato creato il debito di Area Sud. Rischiamo poi, se il giudice darà ragione alla banca, di pagare altri 16 milioni per la fidejussione rilasciata dal Comune a favore di Api. Questa la certificazione della loro fallimentare gestione».