Cerro al Lambro, ex Saronio: è allarme veleni. "Subito la bonifica"

Area inquinata. I 5 Stelle: "Basta aspettare, ora la bonifica"

L’area dell’ex stabilimento Saronio attende da anni una maxi bonifica

L’area dell’ex stabilimento Saronio attende da anni una maxi bonifica

Cerro al Lambro (Milano), 19 luglio 2019 - Solventi e armi chimiche, «la ex Saronio venga considerata un sito d’interesse nazionale. Subito un’analisi epidemiologica della popolazione». Sono le richieste dei 5 Stelle, decisi a tenere alta l’attenzione sui veleni lasciati in eredità dall’industria che nel quartier generale di Melegnano produceva solventi e coloranti, mentre nel distaccamento militare di Riozzo, a Cerro al Lambro, confezionava aggressivi per le armi dell’esercito fascista. Lo stabilimento melegnanese è rimasto in funzione fino al 1966; l’impianto militare ha concentrato la sua produzione nel periodo bellico per diventare in seguito un’area di addestramento a uso dell’esercito. Entrambi i siti sono dismessi da decenni.

Il tema è tornato di attualità in questi giorni, sull’onda di una discussione parlamentare innescata da un’interrogazione dell’onorevole Valentina Barzotti. Con riferimento all’area di Cerro al Lambro, la deputata pentastellata ha chiesto che si valuti la possibilità di riclassificare la ex Saronio, oggi considerata un “sir” (sito d’interesse regionale), come un “sin” (sito d’interesse nazionale). Questo passaggio renderebbe più snello l’iter per la bonifica del terreno, che in base a recenti analisi è risultato contaminato da concentrazioni di arsenico e mercurio oltre i livelli di guardia. Ancora. Nicola Di Marco, consigliere dei 5 Stelle in Regione Lombardia, rilancia la richiesta di eseguire uno studio epidemiologico sulla popolazione locale, per valutare l’eventuale incidenza di patologie da inquinamento.

«Si tratta di un’iniziativa che era già stata annunciata anni fa, ma che non si è mai tradotta in realtà. È un fatto grave - ricorda Di Marco, che chiede anche dei controlli sulle falde acquifere -. Quella della Saronio è una vicenda, dove si è fatto troppo poco e ancora molto resta da fare». Secondo i dati raccolti dall’Esercito, durante il Fascismo lo stabilimento di Riozzo produceva arsenico, fosgene e una sostanza psicoattiva chiamata “sostanza p”. La fabbrica avrebbe dovuto confezionare anche nebbiogeni, ma non vi sono certezze sull’effettivo avvio di questa attività né sui quantitativi prodotti.