Fase 2, test sierologici a Cusago: oltre 600 prenotazioni

Scatta la campagna di screening, i residenti aderiscono in massa. Il sindaco Triulzi: "Pagheremo il tampone a chi risulta positivo agli anticorpi"

I cittadini si sono presentati nella palestra di via Baggio

I cittadini si sono presentati nella palestra di via Baggio

Cusago (Milano), 30 maggio 2020 - Due file ordinate, appuntamenti presi in anticipo. Da una parte, nella palestra della scuola di via Baggio, si fa l’accettazione, con i documenti da presentare prima di pagare i 35 euro del test. L’altra coda conduce alle postazioni per i prelievi. "Tutto fila liscio", commenta soddisfatto il sindaco Gianni Triulzi che ha avviato la campagna di screening con i test sierologici per indagare la presenza di anticorpi da coronavirus.

Come spesso si è detto in queste settimane, questo tipo di esame non è indicativo della positività attuale al Covid, ma dà un segnale: se ci sono gli anticorpi significa che la malattia è già passata o è ancora in atto, pur senza sintomi. Il passaggio successivo è il tampone, unico esame per ora in grado di individuare se una persona è positiva. Il sierologico è quindi un campanello d’allarme. "Appena la Regione ha dato le linee guida – spiega il sindaco del Comune che conta 14 contagi da inizio epidemia e due decessi – abbiamo preso accordi con l’azienda Cerba Health Care Italia per dare la possibilità ai cittadini di aderire al monitoraggio. Il Comune mette a disposizione spazi, infermieri e anche il tampone successivo, in caso di positività al test". L’amministrazione ha deciso di accollarsi la spesa del tampone (80 euro) per chi risulta positivo agli anticorpi. Un’iniziativa accolta con entusiasmo dai cittadini: su 4mila abitanti, di cui mille minorenni, oltre 600 hanno prenotato il test.

L’età media è intorno ai 40/50 anni, solo una decina i minori e pochi anche gli over 65. Ieri e oggi i primi 500 test, gli altri saranno effettuati sabato prossimo. Per i risultati ci vorranno circa quattro giorni. In caso di positività, tampone entro 72 ore "Ho voluto questa campagna di monitoraggio – spiega Triulzi –, non solo per tracciare una mappa del contagio, ma soprattutto per le ripercussioni psicologiche che ha sui cittadini". Da quando è scattata l’emergenza, il sindaco ha notato in città "un clima di paura. È brutto vedere che i rapporti sociali, seppur a distanza e con le protezioni, vengono a mancare per timore. Proprio per cercare di infondere una sicurezza soprattutto mentale, ho deciso di avviare i test. L’ultimo a farlo sarò io". I cittadini hanno risposto bene. C’è chi vuole fare il test con il desiderio di sapere se "la febbre che ho avuto a febbraio era per coronavirus", chi sospetta di aver "avuto qualche contatto" e chi, come papà Bartolomeo e mamma Tiziana, con i due figli, desiderano proteggere se stessi e gli altri: "Vogliamo avere un quadro della situazione – spiega la mamma –. È anche una forma di responsabilità anche nei confronti degli altri".