Cusago, la famiglia con il cuore in Tanzania

Galeotto è stato un viaggio: nessuno avrebbe mai pensato che quell’area ancora così incontaminata e selvaggia dell’Africa Occidentale sarebbe stata così travolgente

I volontari dell'associazione Malaika fondata da Giulia Leone e dal marito Francesco Tiso

I volontari dell'associazione Malaika fondata da Giulia Leone e dal marito Francesco Tiso

Cusago (Milano), 26 maggio 2019 - Galeotto fu un viaggio, una vacanza Tanzania. Nessuno avrebbe mai pensato che quell’area ancora così incontaminata e selvaggia dell’Africa Occidentale sarebbe stata così travolgente per la vita di Giulia Leone, esperta di pubbliche relazioni, di suo marito Francesco Tiso, dirigente aziendale e dei suoi due figli. Eppure, quei paesaggi, ma soprattutto quei bambini «tantissimi e ovunque» che solo con lo sguardo, con i loro occhioni grandi sapevano comunicare tutto la loro inconsapevole richiesta di aiuto, non solo sono stati catalizzanti, ma addirittura stravolgenti. Da quel 2010, infatti, Giulia e Francesco volano in Tanzania numerose volte all’anno per gestire una casa-famiglia che, in collaborazione con i servizi sociali, aiuta numerosi bambini in difficoltà, abbandonati o orfani.

Lo fanno a distanza, conciliando i tempi, raccogliendo fondi per il mantenimento di Malaika, così si chiama la struttura di Moshono vicino ad Arusha e facendo quanto in loro possibile per garantire a quei bambini amore, una casa decoroso, gli studi e la possibilità di costruirsi un futuro. «Eravamo partiti con l’idea di sostenere un’adozione a distanza, poi siamo rimasti affascinati dall’idea di fare molto di più - racconta Giulia -. E così abbiamo deciso, insieme ad altri due amici, di metterci anima e corpo. Mio marito è diventato il direttore della struttura e io faccio il possibile per farla conoscere e raccogliere i fondi per il suo ampliamento. Anche da lontano, riusciamo a fare molto grazie alle persone che credono in noi e in questo progetto». Giulia e Francesco sono mamma e papà dei 30 bambini aiutati dalla struttura: 20 vivono li. Hanno tra 1 e 16 anni e sono seguiti nell’educazione e nel rispetto delle tradizioni del posto da zii e zie. Altri sono bambini che vivono nella casa di Malaika in attesa di tornare con le loro famiglie, o in attesa di essere adottati. Nel tempo, dopo aver ampliato l’orfanotrofio rendendolo idoneo e confortevole, dopo aver scavato un pozzo per l’acqua e sistemato un generato è stato creato un orto e sono stati acquistati alcuni animali per dare vita ad una piccola fattoria.

Ora Giulia e Francesco si dedicano al futuro dei ragazzi. «Li iscriviamo a scuole private, è l’unico modo per insegnare loro l’inglese e offrirgli un’opportunità di lavoro. Alcuni li seguiamo anche all’università. Il nostro obiettivo è che crescano e riescano a vivere nella loro terra, dove ci sono le loro radici». Per farlo, stanno cercando di rendere la struttura indipendente. «Stiamo iniziando una nuova impresa, producendo bellissime candele fatte a mano».