Coronavirus, test sierologici in un'azienda a Tribiano: paga il titolare

Esperimento pioneristico alla Niinivirta di Tribiano che ha ingaggiato un medico per sottoporre a esame del sangue i 41 lavoratori

Il dottor Paolo Collivadino ha eseguito ieri il test rapido il cui costo singolo è 60 euro

Il dottor Paolo Collivadino ha eseguito ieri il test rapido il cui costo singolo è 60 euro

Tribiano (Milano), 9 aprile 2020 - Test sierologici per fiutare la presenza del coronavirus, o capire se un soggetto possa considerarsi immune, dopo aver superato la malattia, anche inconsapevolmente. Un’azienda di Tribiano ha deciso di screenare in questo senso i propri dipendenti, sostenendo i costi dei test (60 euro a persona) che, ieri, un medico ha eseguito direttamente nella sede della società. Un esperimento pionieristico che potrebbe forse aprire la strada a iniziative analoghe, dentro e fuori il territorio, nell’ottica di una mappatura epidemiologica più ampia.

L’idea è nata da Paolo Ferraresi, titolare della Niinivirta Spa, azienda di trasporti con base operativa a Tribiano, e Paolo Collivadino, ortopedico che in tempi di covid ha deciso di ritagliarsi una nuova dimensione. Attraverso una società farmaceutica, il medico si è procurato 500 kit per l’esecuzione dei test sierologici del covid-19 e ora propone il servizio agli interessati. Alla Niinivirta si sono sottoposti allo screening Ferraresi, la moglie e altre 41 persone tra autisti, amministrativi e personale di magazzino. Tutti negativi tranne uno, "che è risultato positivo, cioè potenzialmente contagiato. E’ stato messo in isolamento, in attesa che il risultato venga confermato dal tampone", spiega Collivadino.

«Il test può essere di due tipi – prosegue -: un prelievo di sangue da inviare in laboratorio, oppure, come quello eseguito a Tribiano, una micro-puntura su un polpastrello, per isolare una gocciolina di sangue che viene poi aspirata con una pipetta e mescolata ad un reagente. In questo modo l’esito è immediato, bastano pochi minuti. In presenza di anticorpi IgM positivi, il soggetto è un potenziale contagiato e va dunque messo in isolamento; gli IgM negativi indicano che non si è venuti a contatto col virus, oppure che la patologia è in una fase così iniziale da non poter ancora essere rilevata. Poi ci sono gli IgG, che compaiono dopo l’infezione e dunque segnalano una sorta di immunità al virus. Il test ha un buon livello di attendibilità". Il modello che si è voluto replicare nell’azienda del Sud Milano è, nel piccolo, quello di Robbio Lomellina, 6mila abitanti.

"Credo che sia doveroso, per un imprenditore, investire anche nella salute dei dipendenti. Ne sono ancor più convinto, alla luce dei risultati del test", dice Ferraresi. Nella comunità scientifica non c’è ancora un orientamento univoco sulla validità di queste analisi, tant’è che il Ministero della Salute ha indicato il tampone naso-faringeo come strumento principe per la diagnosi del virus. E’ indubbio però che da più parti si sente l’esigenza di scandagliare la patologia anche con altri strumenti; la stessa Regione ha dichiarato la volontà di sottoporre a test sierologici per la ricerca degli anticorpi tutti i guariti dal covid-19, anche in previsione di una riapertura delle attività lavorativa.

"Gli screening del sangue hanno valore anche solo a livello conoscitivo e di casistica", spiega Collivadino, "oltre a poter mettere le persone in condizioni psicologiche di maggiore tranquillità". Tra due settimane il medico tornerà alla Niinivirta per ripetere le prove. Il sindaco Roberto Gabriele si dice interessato a "capire quale possa essere la validità scientifica di questi metodi, che forse potrebbero rappresentare uno screening pre-tampone, specie per le persone con sintomi respiratori".