Coronavirus, muore alla Rsa di Binasco: "Mia madre era sana e piena di vita"

Il figlio Stefano Benvenuto, avvocato, ha presentato querela

Un momento ludico prima dell’emergenza coronavirus alla residenza sanitaria Heliopolis

Un momento ludico prima dell’emergenza coronavirus alla residenza sanitaria Heliopolis

Binasco (Milano), 21 aprile 2020 Era ricoverata nella residenza sanitaria per anziani Heliopolis di Binasco da oltre due mesi. Era "sana", aveva 79 anni e ancora le piaceva ballare. Ma ora fa parte del numero di vittime del Coronavirus. Ma andando a leggere le storie di questi nonni e nonne, si evince che molti avevano ancora dentro la vita come nel caso di Maria Fonte Sorressa, una donna che aveva la forza di divertirsi ancora come mostrano le immagini che la riprendono durante uno dei tanti momenti ludici all’interno della Rsa. Lei è deceduta il 2 aprile. E’ stata contagiata all’interno delle struttura e ora il figlio Stefano Benvenuto, avvocato del foro milanese, ha presentato una querela-denuncia contro Rsa Binasco per imperizie inerenti vari decessi avvenuti nella Rsa.

La querela è stata presentata ai carabinieri della compagnia di Abbiategrasso e la notizia è arrivata anche alla Procura della Repubblica di Pavia dove però attualmente non risulta aperto un fascicolo a carico della Rsa binaschina. L’avvocato Benvenuti descrive nella sua querela una situazione all’interno di Heliopolis di concreta difficoltà nell’affrontare questa emergenza. Dagli atti emerge che alla donna "è stato rifiutato il ricovero in p.s nonostante mia madre e altri pazienti avessero bisogno di terapia intensiva visto i gravi sintomi (febbre, saturazione intorno a 85, difficoltà respiratoria). Le hanno tolto a lei e ad altri il diritto a essere immediatamente curati, un diritto costituzionale ex art. 32 che deve essere garantito a chiunque, incluso le persone anziane. Non sono state prese precauzioni più stringenti. Il personale medico e infermieristico non aveva alcuna mascherina né avevano impedito gli accessi. Su mia richiesta , la struttura mi comunicava che non era possibile trasportarli in Pronto Soccorso perché persone anziane e con patologie difficili per questo periodo emergenziale. Negata quindi la terapia intensiva contro un’ordinanza scritta dalla regione".

Il legale andrà fino in fondo a questa vicenda assieme ai familiari degli altri anziani deceduti a Heliopolis che si sono organizzati e stanno raccogliendo testimonianze per cercare di avere maggior chiarezza sul numero dei decessi diffondendo un indirizzo email, sui social, per contattare i parenti delle vittime e ricevere informazioni: decessibinasco@libero.it. Il quadro che si delinea giorno dopo giorno nella Rsa inizia a prendere contorni allarmanti. Nonostante dalla direzione sanitaria non arrivino conferme sul numero di decessi e contagiati sia tra pazienti che fra il personale è ormai certo che sono molti. Infatti dopo l’11 aprile, data in cui sono arrivati i tamponi ne sono stati effettuati 80 a pazienti con sintomi Covid e sono risultati 53 i pazienti positivi. Prima dell’11 aprile niente. Anche per i decessi avvenuti. La direzione sanitaria non è in grado di fornire il numero dei deceduti per Covid prima di quella data né il numero di decessi da inizio emergenza. Unica certezza è che le vittime certe per coronavirus sono due. E sono due anziane donne. Ma nei giorni scorsi erano presenti nella camera mortuaria almeno 12 bare e purtroppo i decessi sarebbero molti di più. L’unica comunicazione arrivata dalla direzione della Rsa nella quale viene ammesso che vi sono anche dipendenti contagiati è che la struttura ha una capienza di 280 che hanno attuato tutte le precauzioni del caso, lamentando la mancanza di tamponi.