Cesano Boscone, estorce soldi al fidanzato della figlia

La donna arrestata è la vedova di un boss

Carabinieri di Trezzano

Carabinieri di Trezzano

Cesano Boscone (Milano), 17 settembre 2018 - Era andato in banca a chiedere un finanziamento per riuscire a pagare. Le minacce lo impaurivano, tanto da non poter più dormire a casa: aveva allestito nella ditta dove lavorava un angolino dove tornare la sera e una brandina per dormire. A tenerlo sotto scacco, la suocera, madre della fidanzata che era finita in carcere lo scorso aprile. La donna, Rosaria Vaccarella, 55 anni, chiedeva ogni mese mille euro al fidanzato della figlia, un 42enne di Trezzano, con la scusa che i soldi servivano per il sostentamento della figlia in carcere. Le minacce erano quotidiane, la donna intimidiva l’uomo mettendogli paura: «Dammi i soldi, o finisci male - gli diceva -. Te e la tua famiglia. Sai chi sono io». Vaccarella rivendicava un passato che i cesanesi ricordano ancora come il periodo più brutto per la città.

Erano gli anni Ottanta, Novanta, gli anni dove a Cesano si sparava per strada per rivendicare territorio e prestigio. Erano gli anni dei narcos, dei legami pesanti con le famiglie mafiose della zona. Come quelli del marito di Vaccarella, Giuseppe Sciascia. Un personaggio di calibro a Cesano, con importanti legami con famiglie siciliane e calabresi, con le cosche che muovevano tonnellate di droga e soldi. Nel 1985 aveva provato a sfuggire all’arresto per aver disertato la chiamata al militare. Ma quando si è trovato davanti i carabinieri, non si è arresto: ha tirato fuori la calibro 7,65 e ha sparato un colpo verso i militari, per fortuna senza centrarli. Poi si era dato alla fuga sui tetti dei palazzoni del quartiere del Tessera: si era nascosto, ma un colpo partito per sbaglio lo aveva fatto trovare dai militari. La vita l’ha passata così, nella delinquenza sfacciata, fino a quando è morto una decina di anni fa, in un incidente in moto.

Alla camera mortuaria allestita a Rozzano erano passati tutti i boss del territorio, a portargli l’ultimo saluto. Anche lui lo chiamavano così: “il boss” di Cesano. Vaccarella era a Cesano da sempre, conosciuta da tutti, un po’ per il passato del marito, un po’ perché i figli sono noti in città per essere ancora dentro brutti giri, spavaldi e violenti. La donna rivendicava proprio la storia familiare per estorcere denaro al fidanzato della figlia. I carabinieri della stazione di Trezzano, guidati dal comandante Michele Cuccuru, l’hanno seguita e sono riusciti, dopo serrate indagini, a beccarla mentre prendeva la busta con i soldi. L’hanno arrestata, ora è in attesa del processo per direttissima. Per l’uomo è la fine di un incubo.