Cesano Boscone, sfrattate dopo 50 anni: "La legge va cambiata"

Madre anziana e figlia, inquiline Aler di Cesano, hanno superato di poco la soglia di reddito minima

Il presidente di Libas Francesco Belluscio

Il presidente di Libas Francesco Belluscio

Cesano Boscone (Milano), 27 aprile 2020Aler sfratta mamma e figlia che vivono da 50 anni in casa popolare. La donna abita al quartiere Tessera ed ha sempre pagato tutto e regolarmente. Lo scorso anno però il reddito del nucleo familiare ha superato di 2 mila euro il massimo consentito per avere titolo ad una casa popolare. Per questo ha scritto una lettera ad Aler.

"Siamo inquilini onesti che hanno sempre pagato tutto e abitiamo in questi alloggi da 50 anni o poco meno e che magari hanno ancora in casa un figlio perché la vita non va allo stesso modo per tutti. Io stessa – spiega la figlia, 47 anni che preferisce l’anonimato anche se la lettera spedita ad Aler l’ha firmata -. Abito con mia mamma perché negli anni problemi di salute o di lavoro non mi hanno permesso di pensare con serenità all’acquisto di una casa mia. Si parla tanto di impegno sociale verso le fasce di età più deboli e poi ci si dimentica degli anziani, come questa pandemia che stiamo vivendo ci sta dimostrando. Aler impone agli anziani di far uscire di casa quel figlio che li sta assistendo o gli sta facendo compagnia per sostituirlo con una badante. La badante si, ma il figlio no, vi rendete conto del paradosso? Se la Regione ritiene che chi supera i 35000 euro di ISEE sia troppo ricco per avere diritto a un alloggio popolare, faccia valere questa regola a chi entra ora ma riservi almeno un trattamento diverso a chi da 50 anni paga regolarmente l’affitto. Anche in questi giorni in cui Aler, considerando la pandemia, sta parlando di aiuto alle famiglie disagiate, non ha citato minimamente quelle migliaia di famiglie a cui ha recapitato l’avviso di sfratto. A loro non viene incontro? Non blocca questi sfratti considerando che queste famiglie che hanno sempre pagato, potrebbero vivere una fase di difficoltà economica per il virus? La sottoscritta è stata ad esempio in cassa integrazione per 3 settimane".

Una situazione comune a circa tremila inquilini. Ma chi vive da oltre vent’anni in una casa popolare secondo la Libas, associazione di consumatori, ha diritto a riscattare l’alloggio come spiega il presidente Francesco Belluscio: "La casa popolare non è di proprietà e quindi chi non ha i requisiti è giusto che la lasci. Ma vanno però fatti dei distinguo. Coloro che vivono in queste abitazioni da molti anni hanno diritto a riscattare. Per questo stiamo preparando una class action contro regione Lombardia e Aler. Inoltre in questo periodo di emergenza sanitaria tutti gli sfratti vanno bloccati perché molte di queste famiglie non avranno capacità economica di affrontare il mercato libero. Molti hanno perso gran parte del reddito".

Sulla vicenda sia il Movimento 5 Stelle, nella figura del consigliere regionale Nicola Di Marco che il PD, con Carmela Rozza, stanno provando a chiedere di modificare la parte di testo della legge che dice che il nucleo familiar,per essere intoccabile, debba essere formato solo da over 65. Del resto, se questi over 65 hanno ancora i figli in casa ci sarà un perché. © RIPRODUZIONE RISERVATA