Cesano, tutti per terra in via Garibaldi. La colpa? È della burocrazia

La gente cade sulle radici ma il Comune ha le mani legate

Il marciapiede davanti alle Poste

Il marciapiede davanti alle Poste

Cesano Boscone (Milano), 6 gennaio 2018 - Il marciapiede della discordia. Così è stato ribattezzato dagli abitanti quello di via Garibaldi. Due i motivi che la rendono una strada trafficata: la presenza dell’asilo nido «La Coccinella», con il viavai di genitori, nonni e bambini, e le Poste, dove passano soprattutto anziani. La questione che rende il marciapiede «della discordia» potrebbe apparire anche banale, se non fosse che a causa delle condizioni in cui versa parecchie persone si sono fatte male, anche in modo serio.

L’asfalto si è alzato, creando avvallamenti e buche. Le radici dei grossi alberi hanno sfondato la strada e diventano pericolosi. «Non vengo più a passeggiare qui con il cane – dice una signora – troppe volte è bastato che tirasse un pochino di più il guinzaglio per inciampare. A me per fortuna è andata bene con un ginocchio sbucciato, ma ci sono anziani a cui è andata peggio». Lo dice anche l’edicolante, all’angolo con via Pellico, che più volte ha dovuto «soccorrere signore che uscivano dalla posta e cadevano. Una ha sbattuto il mento, un’altra la testa. Sta diventando una situazione davvero pericolosa, che dura da parecchio tempo».

Non solo anziani, ma anche persone più giovani sono a rischio caduta, «soprattutto la mattina presto, quando c’è ancora ghiaccio e l’asfalto è scivoloso – racconta una ragazza – Anche a me è capitato di scivolare e inciampare tra le buche. Mia mamma proprio uscendo dalla Posta. Abbiamo chiesto un intervento del Comune ma ci ha risposto che l’intenzione è di intervenire ma che non possono farlo».

A questo punto, infatti, subentra la burocrazia e il silenzio dell’amministratore del condominio. La pertinenza del marciapiede, infatti, non è del Comune, anche se «da tempo stiamo provando a intervenire – spiega il sindaco Simone Negri (Pd) – L’area in questione è privata, da giugno abbiamo chiesto all’amministratore di condominio di convocare un’assemblea». Il motivo: «Occorre che deliberi una convenzione che regoli i rapporti con il Comune. Avevamo anche stanziato risorse per procedere con i lavori già a settembre, invece stiamo ancora aspettando. Senza convenzione, non abbiamo titolo per intervenire».