Il medico di Cerro al Lambro: "Guarito dal Covid dopo 5 mesi di battaglia"

Riccardo Roberti, oncologo al Predabissi, si è infettato a inizio marzo sul lavoro: la sua odissea si è conclusa solo pochi giorni fa

Riccardo Ruperti medico guarito dal Covid19 dopo lunga degenza

Riccardo Ruperti medico guarito dal Covid19 dopo lunga degenza

Cerro al Lambro (Milano), 10 agosto 2020 - Ha trascorso 144 giorni in ospedale per poter riemergere dal covid e dalle sue complicanze. "La prima cosa che ho fatto, tornato a casa? Ho mangiato un piatto di lasagne". È ancora provato e ha perso dieci chili, ma il sollievo di essere uscito dall’incubo è impagabile. Riccardo Roberti, 62 anni compiuti a luglio, è un medico del Predabissi, a Vizzolo. Lavora in oncologia ed è anche specializzato in malattie infettive, perciò ha trattato casi di covid sin dalle prime fasi dell’emergenza.

«Alla fine di febbraio ho visitato alcuni pazienti nel polo riabilitativo di Cassano d’Adda, dove i casi di contagio sono stati parecchi – racconta -. E’ lì che, con ogni probabilità mi sono ammalato. Usavo le protezioni, certo, ma evidentemente l’ambiente era saturo, difficile sfuggire alla malattia". A marzo i primi sintomi, febbre e dissenteria. "Nonostante avessi fatto un tampone che è risultato negativo, una collega mi ha visto e ha capito che non stavo bene, perciò mi ha portato in pronto soccorso. Era il 16 marzo". Nello stesso ospedale dove lavora, il dottore è stato ricoverato in medicina, "ma non rispondevo alla terapia con l’ossigeno; sono stato quindi sedato e portato in rianimazione, dove sono rimasto per cinque settimane. Di quel periodo non ricordo nulla, è stato come un lungo sogno. Quando mi sono risvegliato ho provato a scendere dal letto. In realtà non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo". Purtroppo l’uscita dal tunnel era ancora lontana. "Mentre mi stavo riprendendo, ho avuto alcune complicanze: mi si è bucata un’arteria, ho avuto uno shock emorragico. Sono stato trasferito e curato al San Raffaele. Era la metà di maggio. I medici hanno anche valutato la possibilità di un intervento al fegato, ma ero troppo debilitato per affrontare l’operazione. Il 24 giugno sono arrivato alla Maugeri per la riabilitazione". L’altro giorno, finalmente, le dimissioni e il ritorno a casa, a Cerro al Lambro, "dove ora dovrò proseguire le terapie. La cosa più difficile è riacquistare l’equilibrio".

Ad assistere il dottore la moglie Elena, "che lavora nel reparto dialisi del Predabissi e anche durante la malattia mi è stata molto vicina. Non ha mai perso la speranza che io potessi farcela". La vicenda del medico cerrese è la dimostrazione di quanto il virus possa essere aggressivo, "continuare a proteggersi è indispensabile". Il dottor Roberti è conosciuto in paese e ora che è tornato a casa la comunità locale non mancherà di fargli sentire il proprio affetto. Tra i primi ad esprimergli vicinanza il consigliere comunale Giovanni Papetti.