Scarcerato Rocco Papalia, il boss della 'ndrangheta torna a Buccinasco

Le porte del carcere di Secondigliano si sono aperte dopo 25 anni. Sarà sorvegliato speciale

Il carcere di Secondigliano

Il carcere di Secondigliano.

Buccinasco (Milano), 6 maggio 2017 - Le porte del carcere di Secondigliano si sono aperte dopo 25 anni per Rocco Papalia. Lo chiamavano "nginu roccu" e in carcere ci è finito a 40 anni, accusato di traffico di droga e sequestri di persona. È nato a Platì e dalla Calabria è salito con i fratelli Domenico e Antonio negli anni Settanta. Insieme, hanno formato alle porte di Milano, a Buccinasco, dove hanno deciso di venire a portare gli affari del Sud, una roccaforte della ‘ndrangheta. Insieme, hanno programmato sequestri e messo le mani sui traffici di droga, piantando le radici nell’hinterland di Milano.

Fino al 1993, quando con l’operazione Nord-Sud viene sgominato il clan Sergi- Papalia. Per i fratelli Antonio e Domenico la condanna era stata massima: ergastolo. Rocco era finito prima al carcere di Cagliari, poi trasferito a Secondigliano. Qui sono venuti a prenderlo ieri sera con la macchina, fuori dai cancelli. Un viaggio durato tutta la notte per tornare a casa, a Buccinasco, dalla moglie Adriana. Da qui non potrà muoversi: sarà sorvegliato speciale per almeno tre anni. Il boss è tornato a casa. L’avvocato di Papalia parla di un avvenimento importante, "ma non eclatante – sottolinea il legale Ambra Giovene –. Se lo aspettava, si tratta di un provvedimento dovuto. Avevamo fatto richiesta per la liberazione anticipata speciale, gli era stata inizialmente negata. Abbiamo fatto ricorso in cassazione: accolto, poi rigettato dal Tribunale di Cagliari. Nel frattempo, c’è stato l’accoglimento della liberazione ordinaria".

Papalia doveva scontare un cumulo giuridico a 30 anni. Il reato più grave era quello di omicidio. Un cold case saltato fuori tre anni fa, quando le intercettazioni hanno fatto luce sul delitto di Giuseppe De Rosa, ammazzato nel 1976 con un colpo alla testa e due al petto davanti alla discoteca milanese Skylab. A premere il grilletto era stato Papalia. La colpa di De Rosa: aver infastidito la donna di un uomo del clan. L’uccisione di De Rosa aveva segnato l’ascesa dei clan in Lombardia, quando la ‘ndrangheta ha iniziato a costruire il proprio impero economico su traffici, sequestri e omicidi. Ora Papalia torna a casa. Un ritorno che a Buccinasco fa paura.