Buccinasco, cadillac e ministri alle feste abusive

Raduno nazionale eritreo nel capannone senza permessi

 Il sindaco Pruiti conferma l’"uso improprio" del magazzino

Il sindaco Pruiti conferma l’"uso improprio" del magazzino

Buccinasco (Milano), 3 luglio 2018 - Alla luce del giorno passare da via Piemonte è un tragitto abbastanza anonimo. Una strada con capannoni, muri imbrattati dai graffiti dei tifosi di calcio che insultano gli avversari, un paio di case basse, a due piani. A metà, un benzinaio. Verso la fine della strada, lunga neanche 500 metri, c’è il polo commerciale con supermercati e grandi negozi. Dall’altra parte, lo sbocco su viale Lomellina, trafficata arteria. Di giorno, tutto tranquillo in via Piemonte. Di sera, soprattutto nei weekend, una parte di quella strada anonima, al civico 19, si popola di macchinoni, limousine, persone vestite con completi lucidi e collane dorate.

Spesso sembra di trovarsi in una di quelle puntate dei programmi in tv su celebrazioni e feste sfarzose, gipsy. Ogni tanto si vede qualche sposa, qualche ragazzina che festeggia la sua quinceanera, il 15esimo compleanno celebrato in Sud America. Ma anche macchine lunghe da cui escono persone vestite di nero, a lutto, per partecipare a un funerale. Lo scorso weekend sono arrivate almeno 3mila persone per festeggiare la festa eritrea. C’era anche un ministro e quindi alcune macchine della polizia ferme davanti a questo capannone. Sì, perché tutte queste celebrazioni si svolgono in un grande magazzino attrezzato proprio per le feste, soprattutto straniere. Lo gestisce un turco, molto disponibile a far vedere il locale che ha «prenotazioni programmate da molto tempo», dice chi ha organizzato qui dentro le feste. «Un po’ caro – ammettono – si prende anche 3mila euro per una festa». E qui feste ci sono praticamente sempre. Ma non potrebbero esserci. Indagando tra le carte, infatti, si scopre che il magazzino è di proprietà di un imprenditore italiano che lo affitta al turco, che a sua volta lo mette a disposizione di chi vuole uno spazio attrezzato. C’è tutto, infatti: ampia sala da ballo, tavolini, sedie (centinaia), angolo bar con bancone, persino la cucina e, all’esterno, l’angolo per il barbecue. Dall’altra parte, però. Non si vede passandoci davanti: sulla facciata dell’anonimo capannone c’è solo un tendone arancione con la scritta «Pazarcik Dugun Salonu». Sulla pagina Facebook, tanti video che testimoniano le attività che si svolgono dentro quel magazzino adibito, sulla carta, solo a deposito o produttivo.

«Un uso improprio di quell’immobile – commenta il sindaco Rino Pruiti a cui segnaliamo le anomalie –, abbiamo previsto una serie di controlli che effettueremo con i nostri uffici e la polizia locale. In sinergia con le altre forze dell’ordine – aggiunge – saranno programmati anche altri controlli serali e notturni per tutta l’estate, su locali ed esercizi commerciali». Intanto, la festa eritrea è durata due giorni, ma gli organizzatori erano ignari di trovarsi in un luogo dove non potrebbero stare (con i relativi problemi si sicurezza). «Organizziamo qui da tanti anni. Il posto è adatto per le nostre grandi feste». Ma le grandi feste, qui, non possono svolgersi.