Buccinasco, le case di via Tobagi alla città

L’impegno è arrivato dalla prima riunione di giunta post vacanze

Le case di via Tobagi

Le case di via Tobagi

Buccinasco (Milano), 30 agosto 2019 - Le case di via Tobagi saranno patrimonio dei cittadini di Buccinasco. Mancano ancora alcuni passaggi formali, ma il grosso è fatto e i due immobili da troppo tempi lasciati nel «limbo» saranno utilizzati per la realizzazione di progetti sociali. L'accelerazione finale è stata data nelle scorse ore dalla Giunta buccinaschese che, tra i primi atti dopo la pausa estiva, ha risposto all’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati ribadendo la disponibilità dell’amministrazione ad acquisire i due appartamenti un tempo appartenuti alla famiglia del boss Vincenzo Ippolito, il narcotrafficante che negli anni ‘80 - ‘90 si era costruito un piccolo impero nel Milanese.

Ma la battaglia per consegnare questi beni alla cittadinanza è iniziata parecchi mesi fa, quando, a seguito di accurati controlli, è emerso che in una delle due abitazioni confiscate nel 2013, era presente una famiglia in affitta che pagava, regolarmente il canone di locazione (ovviamente in nero) al figlio del boss.

Da allora sono stati messi in atto tutti i provvedimenti possibili per uscire dall’impasse, porre fino al paradosso creatosi nella struttura e riportare la legalità nella palazzina del quartiere Robbiolo. «Con la delibera approvata ieri - dichiara il sindaco Rino Pruiti - abbiamo ribadito il nostro interesse ad acquisire i due appartamenti confiscati in via Tobagi in modo da destinarli al più presto a progetti sociali e istituzionali restituendoli così alla collettività. Un segnale importante della presenza dello Stato e della vittoria della legalità sulla criminalità organizzata».

Nel solo territorio di Buccinasco, da molti additato come la Platì del Nord per l’elevata presenza di famiglie legate alla ‘ndrangheta che, al nord, avevano ricostruito lo schema verticistico che governa le organizzazioni calabresi, sono già una ventina gli immobili confiscati e assegnati a enti o associazioni che li hanno fatti «rivivere». Ci sono box, ville, appartamenti ed anche un’ex pizzeria, un vero e proprio fortino in cui i capi clan si ritrovavano raggiungendo, da una botola sotto la pedana del bar, il covo in cui venivano decise strategie, sequestri e omicidi

«Nei prossimi giorni, così come concordato già nel mese di luglio, avrò il piacere di ospitare a Buccinasco Roberto Giarola, direttore della sede milanese dell’Agenzia dei beni confiscati. - continua Pruiti - Avrà così la possibilità di verificare il nostro impegno per i beni, quelli assegnati a noi sono tutti riutilizzati per progetti sociali o culturali. Di recente è stato avviato il progetto di housing sociale in alcuni appartamenti, un altro è stato destinato a un progetto territoriale del nostro Piano di Zona per il dopo e durante noi, mentre sta per riprendere vita anche la villa di via Odessa, affidata in comodato gratuito (dopo regolare bando) a un’associazione che si occupa di tutela minori e che l’ha ristrutturata a proprie spese. Una grande opportunità per tutto il territorio e la tutela delle famiglie fragili».