Buccinasco, blitz nei capannoni della vergogna

In via della Resistenza due pelletterie cinesi adibite a dormitorio

 Panni stesi ad asciugare nel cortile dell’azienda dove decine di cinesi vivono clandestin

Panni stesi ad asciugare nel cortile dell’azienda dove decine di cinesi vivono clandestin

Buccinasco (Milano), 4 ottobre 2019 - Sale il  numero di capannoni irregolari. Sei casi in pochi mesi, tutti scoperti grazie alla sinergia tra Comune e forze dell’ordine che dopo il primo caso, lo scorso anno in via della Resistenza, hanno intensificato i controlli e messo in luce una situazione preoccupante. La procedura è sempre la stessa: arrivano le segnalazioni agli uffici comunali o alle forze dell’ordine, si incrociano i dati, si fanno i controlli e poi scatta il blitz. Come successo ieri mattina, quando via Calatafimi, stretta stradina a senso unico popolata da capannoni e da una scuola di danza, dove si affacciano alle spalle i palazzi, si è riempita di macchine della polizia locale. Non solo di Buccinasco, ma anche di Corsico e Assago, intervenute a sostegno dei colleghi, oltre alle auto dei carabinieri di Corsico e del Nucleo ispettorato del lavoro.

Gli abitanti hanno iniziato ad affacciarsi per capire dove si dirigevano tutte quelle divise. Il motivo lo sapevano già: sono state proprio le segnalazioni dei cittadini che vedevano un continuo viavai dai capannoni, soprattutto di sera, a destare il sospetto delle autorità. Ieri mattina i tecnici del Servizio urbanistica ed Edilizia del Comune hanno girato a lungo tra i due capannoni sottoposti a controlli, ai civici 9 e 10. Hanno appuntato tutte le irregolarità, gli abusi edilizi, le condizioni di quei luoghi dove hanno riscontrato tracce oggettive: lì dentro gli operai, tutti cinesi, non solo lavoravano, ma ci dormivano anche. Due ragazze hanno aperto agli ispettori del lavoro e ai carabinieri, poi si sono messe a stendere i panni fuori, nel cortile dell’azienda. Abiti anche di bambini: in condizioni precarie, di igiene e di struttura, vivevano anche loro, tra i (pochi) bagni usati da tutti e i soppalchi creati con materiali di recupero.

La vista delle divise ha spaventato tre operai che hanno provato a scappare dal retro, ma gli agenti della polizia locale sono riusciti a bloccarli. Presenti anche i tecnici di Ats che hanno rilevato condizioni pessime all’interno dei due capannoni dove si realizzano borse, articoli di pelle, grembiuli e accessori. Tra gli scarti delle lavorazioni, colle e rifiuti, c’erano i giochi dei bambini, vestiti e alimenti. Uno dei due capannoni è stato sottoposto a sequestro, per il secondo il sindaco Rino Pruiti ha firmato immediatamente un’ordinanza di sgombero. Il bilancio del blitz è pesante: una ventina i lavoratori all’interno, di cui undici irregolari e cinque clandestini portati in Questura per gli accertamenti. Le operazioni sono ancora in corso, soprattutto per cercare il filo conduttore che unisce i sei casi riscontrati fino a ora, quasi tutti gestiti dallo stesso commercialista italiano. «Ringrazio gli uffici e le forze dell’ordine – il commento del sindaco – che ancora una volta hanno dimostrato grande attenzione, portando alla luce un’altra situazione critica e preoccupante. Ennesima dimostrazione di cosa significa fare sinergia in favore della legalità».