di Francesca Grillo
Quel campetto, all’ingresso del Parco Agricolo Sud Milano, è il simbolo per gli appassionati di basket. Quando si passa di lì, da lontano, "sembra lo scenario di un film ambientato nel Bronx, con i ragazzi che giocano e ascoltano la musica", sorride un papà, "poi ti avvicini e vedi ragazzi di vent’anni che coinvolgono i più piccoli, gli insegnano tecniche. Uno scambio tra generazioni che neanche si conoscono che non ti aspetti". Un luogo di incontro e scontro, nel rispetto della sportività. Proprio perché quel campetto è iconico, un gruppetto di genitori ha deciso di rimetterlo a nuovo, iniziando dal disegnare le strisce bianche che delimitano le aree di gioco. Perché "è importante avere punti di riferimento, capire se il tiro è da due o tre punti", spiega Luca Cappellini, uno dei papà che si è messo a ridipingere le righe. Con lui c’erano altri genitori appassionati di basket: Pino, Andrea e Marco La Rosa, assessore allo Sport del Comune, presente all’iniziativa in veste di amministratore ma soprattutto nel ruolo di papà che vuole insegnare ai propri figli cosa significa avere a cuore il bene comune. Con i genitori, infatti, c’erano anche i loro bambini e ragazzi che hanno preso in mano pennelli, scotch di carta e metro per ridisegnare le strisce. "Lo spirito dell’iniziativa era indirizzare i nostri ragazzi a fare qualcosa di buono per se stessi, per gli altri, per la propria città – ancora Luca –. Insegnare a parole conta poco: ci vuole l’esempio. E un buon genitore è quello che prima ancora di parlare dà l’esempio di cosa sia giusto fare". Insomma, una bella esperienza che ha coinvolto anche i più giovani, entusiasti di partecipare.
Tra i ragazzi, c’erano anche giocatori della Cestistica Assago, la squadra locale di basket. "La passione per questo sport me l’hanno trasmessa proprio i miei figli – racconta Luca –, avendo il Forum qui ad Assago ne abbiamo approfittato in questi anni per andare a vedere l’Olimpia giocare e ci siamo tutti innamorati del basket. Ridipingendo il campetto, i miei figli hanno capito che una passione può trasformarsi anche nel desiderio di prendersi cura del territorio". Tre ore di lavoro, spese a carico dei papà e tanta determinazione: "Faceva caldissimo, eravamo completamente esausti sotto il sole – ricorda Luca – ma alla fine la soddisfazione di aver fatto un gesto semplice ma importante è stata più forte della stanchezza. I bambini hanno chiesto: quando lo facciamo ancora?". Le strisce ci sono, ora mancano solo i nuovi canestri. "Li abbiamo già comprati come Comune – precisa La Rosa –, attendiamo le disposizioni regionali per la ripresa degli sport da contatto e li posizioneremo. Stiamo già studiando un progetto più ampio di riqualificazione dell’intera area, con uno spazio giovani e un’area dedicata allo sport".