Wimbledon, Berrettini fa la storia: primo italiano in finale. Sfiderà Djokovic

Il tennista romano si libera del numero 18 al mondo in quattro set. Nole batte in 3 Shapovalov e cerca il 20° Slam. Domenica si scrive un pezzo di storia

Tutta la grinta di Matteo Berettini, primo finalista a Wimbledon

Tutta la grinta di Matteo Berettini, primo finalista a Wimbledon

Matteo Berrettini scrive una nuova pagina di storia. Grazie alla vittoria contro il polacco Hubert Hurkacz per 6-3 6-0 6-7 6-4 , il tennista romano diventa il primo azzurro del tennis a guadagnarsi una finale a Wimbledon. Berrettini migliora quindi il record che apparteneva a Nicola Pietrangeli che, nel 1960, riuscì ad arrivare fino in semifinale, arrendendosi solo al quinto set al cospetto del grande Rod Laver. Matteo trova in finale il numero uno del mondo e del seeding tra Novak Djokovic che ha sconfitto Denis Shapovalov. Una sfida insieme entusiasmante e difficile, visto il valore di Novak che è alla caccia del Grande Slam, dopo le vittorie in Australia e a Parigi. Ma se si vuole scrivere la storia, questa per Matteo sarà l'occasione più grande.

La gioia

"Non ho parole, davvero. Mi serviranno un paio d'ore per capire quello che è successo. Ho giocato una grande partita davanti alla mia famiglia e tutti il team". Cosi' Matteo Berrettini, primo finalista di Wimbledon, ai microfoni di Sky Sport, dopo aver sconfitto in semifinale il polacco Hubert Hurkacz. "Non avrei mai sognato qualcosa del genere - ammette il romano, primo italiano a giocarsi il titolo sull'erba londinese - E' un sogno troppo grande, invece ci sono. Io cerco sempre di essere al meglio dal punto di vista mentale, tattico e tecnico. Al terzo set ero convinto di vincere e invece ho perso, cosi' mi sono detto che dovevo reagire. Ricordo quando entrai qui per la prima volta due anni fa contro Federer, una partita che ho perso ma che mi ha aiutato tanto a crescere e ad essere qui oggi. Se guardero' l'altra semifinale Djokovic-Shapovalov? Sara' difficile non seguirla, mi conviene guardare, auguro buona fortuna ad entrambi. Devo crederci - conclude Berrettini - portero' qui la bandiera dell'Italia"

La partita

Un match che sulla carta doveva essere equilibrato, si trasforma in un fantastico assolo di Berrettini che, già dalle prime fasi del match, è chiaramente più centrato rispetto al suo avversario. L’equilibrio regge fino al settimo game del primo set, quando un passaggio a vuoto di Hurkacz consegna il break al numero 9 del mondo. Da quel momento Matteo non si è più voltato indietro e, anche grazie ai numerosi errori del polacco, ha infilato una spaventosa serie di 11 game di fila che, oltre a permettergli di chiudere il primo con il punteggio di 6-3, gli ha consegnato anche il secondo set con un nettissimo 6-0.

Nel terzo, Hurkacz ritrova alcune delle certezze che nei turni precedenti gli avevano permesso di sbarazzarsi di due big come Danil Medvedv e Roger Federer, e infatti il parziale è molto più combattuto dei precedenti. I due set di vantaggio sono una garanzia di tranquillità per Berrettini che, anche nelle fasi più calde del terzo, riesce a mantenere la lucidità. Il set però si trascina fino al tie break dove il polacco guadagna subito un mini break. Il vantaggio nel game decisivo permette a Hurkacz di giocare con un'aggressività che vale il terzo parziale, conquistato appunto al tie break con il punteggio di 7-3. Il dato sui punti vinti, 39 a 38, è lo specchio di come il set sia stato deciso su poche palle.

Il quarto set si apre con il polacco al servizio subito costretto a fronteggiare due palle break: ne basta una a Matteo per andare subito in testa e mettere la partita sui binari del suo servizio. Hurkacz è un altro giocatrore rispetto alle prime battute e il livello della partita cresce vertiginosamente. Berrettini però non lascia neanche una mezza occasione al suo avversario e tira dritto per la sua strada a suon di ace e prime vincenti. L'italiano si guadagna un match point nel nono gioco sul servizio di Hurkacz, ma il polacco non trema e lo annulla con un servizio vincente. Il momento dei festeggiamenti è rimandato solo di qualche minuto, perchè nel game successivo Matteo, al servizio, dopo l'emozione che gli costa un doppio fallo sul primo quindici, è una sentenza e chiude il match in poco meno di tre ore.

Hurkacz quindi perde la sua buona tradizione contro giocatori italiani: prima della semifinale con Berrettini, il polacco, al primo turno di questo torneo, aveva incontrato sulla sua strada Musetti (battuto facilmente in tre set) oltre ad aver negato la prima gioia in un Master1000 a Jannik Sinner, sconfitto proprio dall'amico "Hubi" nella finale di Miami

La sfida decisiva

Non sono bastati un vantaggio di 5-3 nel primo set e le tante palle break avute nel secondo per consentire al giovane canadese Denis Shapovalov di realizzare l'impresa. Alla fine Novak Djokovic si è imposto in semifinale in 3 combattuti set (7-6 7-5 7-5). Una partita intensa, per merito del canadese, ma nella quale Nole ha dimostrato una volta di più perché è il numero uno del mondo e perché si gioca la 30esima finale Slam (19 vittorie): nei momenti clou ha dettato legge. Ma sportivamente ha concesso l'onore delle armi all'avversario: "E' stata dura, lui è il futuro". Il futuro prossimo però si concretizzerà domencia con la finale che vedrà di fronte il "Muro" Djokovic con Berrettini, che proverà a sgretorarlo a colpi di servizio. A Parigi, nei quarti, il Djoker si è imposto in 4 set non senza preoccupazioni. Occhi puntati sul Centre Court di Wimbledon, sarà un'altra storia. In campo du e giocatori che la Storia la vogliono fare, ognuno a modo suo.