Sinner cede in finale a Hurkacz in due set: 6-7 e 4-6 a Miami

Una grande battaglia, ma alla fine, nella finale di Miami, è emersa la superiorità dell’avversario

L'arena di Miami in cui Sinner ha ceduto in finale

L'arena di Miami in cui Sinner ha ceduto in finale

Miami - Non è bastata la buona volontà a Sinner, sconfitto in due set dal polacco Hurkacz: 7-6 nel primo, 6-4 nel secondo. La favola e' svanita proprio all'ultima prova: Jannik ha perso contro il polacco Hubert Hurkacz la finale del singolare al Miami Open, primo ATP Masters 1000 stagionale. Un match ricco di belle giocate offerte da entrambi i tennisti, che ha anche visto il 19enne azzurro protagonista di una grande rimonta nel secondo set, quando era sotto di 4 giochi a zero e si e' portato a meno 1 dall'avversario. Il quale pero' non si e' fatto prendere dal nervosismo e ha quindi mantenuto gli ultimi due turni di battuta, chiudendo il match e conquistando il torneo. Per Sinner comunque la grandissima soddisfazione di essere arrivato alla finale, aver accarezzato il sogno di vincere il suo primo Atp, il che avrebbe fatto di lui il piu' giovane italiano nella storia a conquistare un successo in questo circuito. 

 "Oggi non è stata la nostra giornata, ma abbiamo fatto grandi miglioramenti", ha detto Sinner, conservando il buonumore e la sportività dopo la sconfitta nella finale del Miami Open contro il suo amico, compagno di allenamenti e di doppio Hubert Hurkacz. La sfida tra i due è finita con un abbraccio e tanti sorrisi. "Complimenti, in questi dieci giorni hai dimostrato tutto il tuo talento. Sei il mio migliore amico sul circuito, sono orgoglioso della persona che sei. Spero che giocheremo ancora il doppio insieme", ha detto Sinner durante la cerimonia di premiazione.

Per Jannik Sinner è stata la prima volta in finale di un Master 1000. Al torneo di Miami il 19enne tennista azzurro si è trovato di fronte in finale  il 24enne polacco Hubert Hurkacz per un trofeo che alla vigilia sembrava una chimera. Il promettente ragazzo di montagna è salito dunque sul palcoscenico del grande tennis mondiale, anticipando i tempi rispetto alle previsioni, dopo il brillante esordio dell’anno passato.  «Non sei umano» gli aveva detto venerdì il kazako Alexander Bublik, dopo essere stato perentoriamente battuto dal giocatore italiano, al termine di una partita spettacolare. Quanto al rivale della finale, «è il mio migliore amico sul circuito» aveva detto l’altoatesino alla vigilia. 

Sinner e Hurkacz si conoscevano benissimo, i due non solo solo amici ma anche compagni di allenamento e in doppio talvolta giocano assieme. L’ultima volta un paio di settimane fa al torneo di Dubai. Ognuno dunque conosceva i pregi e i difetti dell’altro e sarà dura battaglia sul campo in cemento dell’Hard Rock Stadium (la «casa» dei Miami Dolphins di football NFL) che ospitava il torneo.  Ma in campo «ognuno va per vincere e le amicizie restano fuori. In questo sport c’è spazio per un solo vincitore» aveva poi precisato Sinner, dopo la splendida vittoria in rimonta, nella semifinale con lo spagnolo Roberto Bautista Agut, n. 12 del mondo

«Per tutto quello che ho sono molto grato ai miei genitori, che lavorano tutti i giorni. Mio papà è cuoco, mia madre è cameriera: entrambi mi hanno trasmesso il rispetto per il lavoro e il dare sempre il massimo. Quando sono andato da Riccardo Piatti, a 14 anni, la mia vita è cambiata, perchè prima giocavo a tennis due volte a settimana, poi ho iniziato ad allenarmi mattina e pomeriggio». Sinner è arrivato alla finale di Miami  alla stessa età (19 anni) di due mostri sacri della racchetta come Rafa Nadal e Roger Federer, la sua carriera comincia a crescere con un buon viatico dunque. E ciliegina finale, l’arrivo in finale gli ha già regalato anche un bel balzo nella classifica mondiale fino alla posizione n. 21, ben 10 guadagnate rispetto a quella che aveva all’apertura del torneo della Florida.