Raducioiu e il doping nel calcio: Facevo flebo con liquido rosa

Dopo Dino Baggio anche l'ex attaccante di Brescia e Milan preoccupato dalle sostanze assunte in carriera

Florian Raducioiu con la maglia del Brescia

Florian Raducioiu con la maglia del Brescia

Milano, 18 gennaio 2023 - ''Facevo flebo con un liquido rosa, lo ricordo perfettamente ma sapevo cosa ci fosse dentro in quelle flebo". I timori si allargano a macchia d'olio nel mondo del calcio. Dopo Dino Baggio anche Florin Raducioiu manifesta pubblicamente le proprie preoccupazioni (Baggio aveva parlato addirittura "paura") sulle sostanze assunte durante la carriera da calciatore. A "Sport Report" l'ex attaccante di Bari, Verona, Brescia e Milan ammette di aver "preso anche delle medicine" e proprio per questo spiega di voler contattare "il medico che ci seguiva a Brescia per saperne di più e capire cosa ho preso negli anni in cui giocavo al Milan, al Verona e a Brescia". Un altro ex calciatore esce allo scoperto e l'ombra del doping torna ad aleggiare intorno al calcio squassato negli ultimi tempi da due lutti a pochissima distanza. Insieme all'ondata emotiva che ha accompagnato la scomparsa di due campioni come Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli si sono improvvisamente riaccesi i fari su una questione, quella del doping nel calcio, che sembrava ormai sepolta. Possibile? "Io l'ho detto anche prima della morte di Vialli", spiega invece Raducioiu che poi aggiunge: "Dobbiamo domandarci perché si verificano queste morti premature. Ci è sempre stato detto che erano vitamine, di glucosio per la precisione. A Milano prendevamo altre pillole".

L'ultimo che ha tentato di fare luce su pratiche ritenute sospette è stato il pm Raffaele Guariniello che ha indagato sulla morte di Bruno Beatrice e sull’abuso di farmaci nella Juventus nel 1998: il processo finì con l’assoluzione del medico sociale Riccardo Agricola e dell’allora amministratore delegato Antonio Giraudo per l’accusa sull’uso di eritropoietina, l'Epo. La Cassazione invece annullò l’assoluzione sull’uso di altri farmaci della Corte d’Appello ma l'ombra e i sospetti restano. Come conferma quella frase del 1999 con cui Zdenek Zeman, allora tecnico della Roma, commentava la conclusione proprio di quelle indagini: "E' ora che il calcio esca dalle farmacie". Una frase che oggi come allora suona sibillina e chi è stato calciatore in quegli anni continua ad avere paura.