Pioli, quattro mosse per cambiare il Milan

Contro il Manchester in difesa rientrano i titolari Calabria, Kjaer e Romagnoli E l’attacco ritrova Ibra

Mister Pioli

Mister Pioli

Milano, 17 febbraio 2021 - Il fascino di una sfida di Europa League che sa molto di Champions da una parte, i tanti problemi di un Diavolo martoriato dall’altra. Sono giorni, ore, di riflessione per Stefano Pioli, che si ritrova da una parte a dover difendere con le unghie e con i denti il secondo posto in classifica raggiunto dal suo Milan e dall’altra, però, a dover anche onorare una competizione europea che ha proposto al club rossonero un doppio match di cartello contro il Manchester United. Sfida fascinosa ed intrigante quella di giovedì, con l’acquolina in bocca per un possibile passaggio del turno che sale anche alla luce dell’1-1 ottenuto all’Old Trafford all’andata. La sconfitta casalinga di domenica sera contro il Napoli, però, ha lasciato il segno. Tanto che il tecnico emiliano, per la sfida agli inglesi diretti in panchina da Solskjaer, sta considerando di apportare sostanziali modifiche al suo scacchiere tattico, con il ritorno di pezzi da Novanta. Ibrahimovic, Bennacer e Romagnoli, nella giornata di ieri, hanno svolto tutto l’allenamento in gruppo e quindi sono recuperati in vista del match di domani. Anche Kjaer sarà regolarmente a disposizione di Pioli, ma non è detto che scenda in campo sin dall’inizio; perché domenica ci sarà la trasferta a Firenze sul campo della Fiorentina, primo match di una serie di sfide tutte abbordabili per il Diavolo. E cominciare con il piede giusto significherebbe anche ritrovare lo smalto e le motivazioni ideali. Ha lavorato a parte Calabria, che però proverà a stringere i denti e ad essere in campo contro gli inglesi. Il suo ritorno, al pari di quelli di Romagnoli, Kjaer e soprattutto Ibrahimovic, saranno le vere armi in più per Pioli; che domenica ha potuto constatare l’ottimo stato di forma fisico e mentale di Tomori, mentre da Gabbia e Leao non ha ricevuto le risposte che si aspettava: il giovane difensore italiano, che rientrava dopo 100 giorni di assenza, è apparso timido e timoroso; il portoghese, dal canto suo, non ha fatto né più né meno di quanto finora mostrato, vale a dire ottime doti tecniche ma poca abnegazione. Motivo per il quale il ritorno di Ibrahimovic potrebbe davvero rappresentare la scintilla, anche mentale, per ridare lustro alla manovra rossonera. Leao, che ieri ha svolto un lavoro personalizzato, farà spazio allo svedese con il ritorno di Rebic (squalificato per due giornate e quindi assente domenica contro la Fiorentina) sulla sua zolla di terreno lungo l’out mancino della trequarti offensiva: "Zlatan ha detto sì, quindi sarà incluso anche per gli Europei" l’ammissione di ieri del commissario tecnico della Svezia, Janne Andersson. Ci sarà da capire quanto questo peserà nell’economia di un’intera stagione sulla tenuta fisica del 40enne Ibra, con il Milan che vorrebbe averlo tutto per sé piuttosto che doverlo condividere tra campo (vedi la Svezia) e attività extra sportive (leggi Sanremo). Sarà, ma il Milan in questo momento non sembra poter prescindere dallo svedese; che rimane l’unico attaccante ad aver segnato un discreto numero di gol (14 in 14 gare disputate finora) e a dare l’impressione di essere un centravanti vero, non come Rebic e Leao che spesso si sono trovati a disagio in quel ruolo.