Locatelli, "Astori pianse quando seppe che i rossoneri lo volevano"

Fabrizio Locatelli, storico responsabile del settore giovanile del Ponte San Pietro, ricorda Davide Astori

Astori con il magazziniere del Ponteisola

Astori con il magazziniere del Ponteisola

Bergamo, 5 marzo 2018 - La terribile notizia della morte improvvisa di Davide Astori è un fulmine a ciel sereno. Fabrizio Locatelli, storico responsabile del settore giovanile del Ponte San Pietro, oggi al Bonate Sotto, fatica a trovare le parole per commentare una tragedia così grande, così assurda, così incredibile. «Quando ho sentito la notizia ai telegiornali non ci credevo, una tragedia che mi ha spezzato il cuore» racconta Locatelli, con la voce rotta dal pianto.

Astori a Ponte San Pietro, nel 1996, ci era arrivato proprio grazie a Locatelli: «L’avevamo notato nel San Pellegrino (il paese vicino a San Giovann Bianco, dove era nato il calciatore) - commenta -. Fisicamente ben messo e tecnicamente molto valido, merce rara per un difensore». Quattro anni dopo, anche grazie alla collaborazione nata tra le due società, la chiamata del Milan: «Volevano Davide a Linate per un provino, ma lui non se la sentiva – ricorda Locatelli -. Gli dissi che doveva andarci, che treni così passano solo una volta nella vita. Ci andò. Dopo due settimane i rossoneri ci comunicarono che lo volevano prendere e il ragazzo, quando glielo dissi, pianse: voleva restare a Ponte San Pietro, non si sentiva pronto per quel salto. Lo convinsi io. Gli dissi che se le cose fossero andate male per lui le porte del Ponte San Pietro sarebbero sempre state aperte. E alla fine, dopo anni, mi ringraziò: abbiamo visto quel che è stato capace di fare, in serie A e anche in nazionale. Ci siamo rivisti tempo dopo: lui era al Cagliari, io in vacanza in Sardegna». Intanto ieri il sindaco di San Pellegrino Terme Vittorio Milesi ha sospeso la sfilata di mezza quaresima in segno di lutto. «Lo conoscevo bene – racconta (nel paese termale della Valle Brembana Davide aveva trascorso la sua adolescenza) -. Quando giocava nella Roma era venuto a trovarmi regalandomi la maglia. Aveva grandi qualità umane».