Morte di Maradona, ci sono altri due indagati

Sotto la lente della magistratura, un dirigente della compagnia assicurativa e il manager che gestiva il personale nella villa del Pibe de Oro

Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre 2020

Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre 2020

Buenos Aires (Argentina), 24 febbraio 2021 - Ci sono due nuovi indagati nell'inchiesta sulla morte di Diego Armando Maradona, avvenuta il 25 novembre 2020. Si tratta di Nancy Forlini, dirigente della compagnia assicurativa che si occupava della copertura delle spese mediche e cliniche del Pibe de Oro, e Mariano Perroni, impiegato della Medidom, società di impiego interinale che gestiva il personale all'interno dell'abitazione dell'ex fuoriclasse. Secondo gli inquirenti, i due sarebbero responsabili delle carenze mediche, strumentali e di personale, che sono state registrate nella gestione del ricovero di Maradona nella villa presa in affitto dopo la dimissione dalla clinica, dove era stato operato per rimuovere un ematoma subdurale.

Sempre secondo chi indaga, Forlini e Perroni avrebbero indotto l'infermiera Dahiana Madrid (anche lei indagata) a dichiarare il falso nel primo interrogatorio, quando la donna affermò che fu Maradona a rifiutare le visite necessarie a rilevare i parametri vitali. In un secondo momento Dahiana Madrid confessò invece di non essere stata presente il 25 novembre, quando avvenne il decesso dell'ex capitano del Napoli. Intanto nei giorni scorsi le tre sorelle di Maradona, Rita, Ana e Claudia, hanno presentato tramite l'avvocato Matias Morla (che negli ultimi anni era molto vicino al loro celebre fratello) un esposto alla magistratura contro la continua fuga di notizie sull'inchiesta in corso per la morte dell'ex fuoriclasse: in particolare la pubblicazione su molti organi di stampa di dialoghi e commenti via WhatsApp fra le parti in causa, oltre al contenuto degli interrogatori. "È una cosa che ci fa stare male, in tutti i sensi, morale e psicologico", è scritto nell'esposto presentato dalle sorelle di Maradona. "Sappiamo che nostro fratello ha dovuto pagare il prezzo di essere Maradona - si legge ancora nell'esposto -, con la pubblicizzazione di ogni atto della sua vita. Ora però vi chiediamo di fare tutto il possibile affinché il suddetto prezzo non lo continui a pagare anche la sua famiglia con sofferenza quotidiana".