
Il countdown parte da Bergamo. Meno dieci al termine di un campionato in cui l’Inter è capolista, come l’anno scorso,...
Il countdown parte da Bergamo. Meno dieci al termine di un campionato in cui l’Inter è capolista, come l’anno scorso, ma senza il margine che aveva allora. La squadra di Inzaghi non è riuscita a ripetere la maratona in solitaria che ha portato fino alla seconda stella. Scollinato il girone d’andata, la Juve si era staccata di netto e per i nerazzurri era stata una passerella, agevolata da uno score invidiabile negli scontri diretti. Proprio quelli che nell’attuale cammino stanno dando più fastidio e che oggi vivranno una nuova tappa al Gewiss. L’Inter ha perso punti contro Milan, Juventus, Napoli, Bologna, Fiorentina. Solo coi Viola ha vinto almeno uno dei due confronti, mentre con gli emiliani deve giocare il ritorno. Lo stesso vale per la Lazio, battuta a domicilio, e per l’Atalanta, schiantata ad agosto 4-0 in circostanze molto differenti da quelle attuali. "Era una delle prime partite stagionali, col mercato aperto e l’Atalanta in emergenza. Sarà una sfida completamente diversa, con una posta in palio alta", ha ammonito ieri Simone Inzaghi.
In realtà c’è un precedente più vicino, il 2-0 di gennaio in Supercoppa Italiana e c’è uno score nei confronti tra i tecnici con la bilancia che pende nettamente dalla parte del piacentino, almeno da quando siede sulla sua attuale panchina (sette vittorie su sette). Oggi, però, c’è la gara del possibile “pigliatutto“. Come un confronto che arriva al “chi segna vince“ e il ragionamento vale forse soprattutto per l’Inter. Una sconfitta varebbe l’aggancio da parte della Dea, un pari lascerebbe inalterato il distacco ma consentirebbe al Napoli di prendersi la vetta (i partenopei giocheranno prima contro il Venezia). Dovesse invece arrivare un successo esterno non sarebbe tanto il solo punto di margine su Conte a dare una spinta decisiva, quanto la consapevolezza di aver superato un ostacolo durissimo tra quelli rimanenti.
La formazione è pressoché decisa. Pavard e Bisseck si giocano l’ultimo posto in bilico come difensore di destra, in una retroguardia orfana dell’acciaccato De Vrij e rafforzata dal rientrante Bastoni. Con il centrale azzurro saranno nuovamente titolari Barella e Lautaro, in panchina per tutta la sfida contro il Feyenoord. Gli esterni, Dumfries e Carlos Augusto, sono obbligati: Dimarco, Darmian e Zalewski (oltre a Zielinski a centrocampo) non saranno a disposizione.
Probabile formazione (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, C. Augusto, Thuram, L. Martinez. All. Inzaghi.
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