
Il basket italiano lo ha denominato “unicorno“. Quando due anni fa esordì con l’Olimpia Milano in campionato, era alto 211...
Il basket italiano lo ha denominato “unicorno“. Quando due anni fa esordì con l’Olimpia Milano in campionato, era alto 211 centimetri. Segnò dall’arco alla prima occasione, una superstar come Nikola Mirotic gli corse incontro con un entusiasmo che al Forum nessuno era abituato a vedere. Un anno dopo Luigi Suigo aveva già sfondato il muro dei 220. Quel termine, “unicorno“, risiede proprio nella sua altezza. È un’anomalia, visto che dai tempi di Roberto Chiacig, Dennis Marconato, o Gregor Fucka, l’Italia non ha una speranza di quelle dimensioni. Anzi, non ha proprio centri di ruolo. A Eurobasket ci andrà con un giocatore adattato da età e caratteristiche, Nicolò Melli, e un elemento emergente, Momo Diouf. Non si va oltre i 208 centimetri. E comunque la pallacanestro è cambiata. Ai pivot di oggi si chiedono gambe veloci, la capacità di difendere su qualsiasi esterno a possesso in corso, una discreta mano dalla distanza. Però l’altezza aiuta. E Suigo non ha altro da chiedere alla natura. Nato a Tradate, emerso nella Varese Academy, con l’Olimpia Milano in due anni ha vinto tutto. Due campionati Under 19, due Lba Next Gen, una finale a livello europeo e un argento mondiale con la nazionale Under 17. Una generazione d’oro, sorta all’improvviso nel cuore di uno sport zoppicante, di cui Luigi, per tutti “Gigione“, è il simbolo. Il padre da piccolo gli comprò un canestrino, mai avrebbe immaginato la crescita di un gigante, che da due anni alloggia nella foresteria dell’Olimpia, un letto fatto su misura.
È nato nel gennaio 2007, ha fatto la primina, ma l’impatto con il liceo artistico che aveva scelto è stato traumatico. Gli resta un anno per l’università, ma i college americani fanno già a gomitate per lui. Baylor, Duke, Kansas, Louisville, Texas A&M, Purdue, tutti gli hanno aperto le porte. Una delle personalità più influenti della NCAA americana, Rick Pitino, ha attraversato l’oceano solo per visionare lui. Gigione, passo dinoccolato, sguardo un po’ addormentato ma vivo, si è guadagnato tutto. Non era tra i 2007 più quotati anni fa, ora sì. Il suo amico Achille Lonati è volato a St. Bonaventure, un altro compagno come Diego Garavaglia è ora a Ulm, Germania, per tentare il salto l’anno prossimo. Assui, di Varese, tra un anno potrebbe fare lo stesso salto. Gigione ha già tutto scritto. Accordo con l’agenzia più potente d’Italia, la Sigma, un anno in Serbia al Mega (club che appartiene al più importante agente d’Europa, Misko Raznatovic, quello di Nikola Jokic), quindi salto in NCAA. Dove, con il nuovo sistema del NIL, incasserà un ingaggio da professionista. Obiettivo NBA ed Eurobasket 2029.
Alessandro Luigi Maggi
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