Gianluca Vialli e la sua Cremona: l'infanzia, la fidanzata storica e la sorpresa allo Zini

Ultimo di 5 fratelli, l'ex calciatore e capodelegazione degli Azzurri è sempre rimasto legato alla sua città natale, dov'è tornato ogni volta che poteva per riabbracciare la "sua" gente

Quando lo scorso 7 settembre Gianluca Vialli, abbronzato e con una sgargiante polo grigiorossa si presentò allo stadio "Zini" per assistere alla partita della sua Cremonese contro il Sassuolo, il nastro di una meravigliosa carriera, dell'amore incondizionato per quella maglia e per la città dove è nato e cresciuto si è riavvolto velocemente. C'erano i tifosi più nostalgici ad applaudirlo, ricordando quelle stagioni (all'inizio degli anni Ottanta) in cui "StradiVialli" cominciò a farsi conoscere e apprezzare dall'Italia del pallone. E c'erano tanti bambini, che fino ad allora Gianluca lo avevano visto solo nelle fotografie a colori o in bianco e nero di papà e nonni, pronti con i celllulari per immortalare quel momento magico col più classico dei selfie.

​La lotta contro l'ospite indesiderato

L'ex attaccante cercò di accontentare tutti, ben consapevole che essere travolto dall'ondata di affetto rientrava nella logica delle cose ed era figlia di un passato che nessuno aveva dimenticato. Del resto da quando, nel 2017, cominciò a girare in città la voce dei problemi di salute del beniamino di sempre, sotto il Torrazzo in tanti furono presi dallo sconforto. Come se con Gianluca si fosse ammalata anche una parte di quella terra silenziosa e produttiva, dove l'ex attaccante con i riccioli ben curati e le movenze eleganti aveva trascorso l'adolescenza più spensierata. Però ogni volta che Vialli tornava a casa, riusciva sempre a dribblare la paura: preferiva piuttosto infondere coraggio e speranza nella rinascita proprio raccontando la sua vicenda drammatica e quella lotta contro l'ospite indesiderato.

​L'infanzia a pane e pallone

Anche se di lontane origini trentine (parte della famiglia paterna era di Cles), Vialli amava tantissimo la sua Cremona. Nato il 9 luglio 1964, Gianluca era l'ultimo di cinque fratelli (gli altri sono Mila, Nino, Marco, Maffo). Grazie a papà Gianfranco (oggi 92enne) e mamma Maria Teresa (87 anni), la bella e numerosa famiglia è cresciuta a Villa Affaitati di Belgioioso, un castello del XV secolo situato a Grumello Cremonese. Per tutti Gianluca era il "piccolo di casa", e tutto ciò lo divertiva. "Sono il figlio non previsto - scherzava l'attaccante qualche tempo fa -. Mia madre ci ha avuti tutti dai suoi 20 ai 30 anni, con me credo avesse finito le energie….“. Ma Gianluca ha sempre riconosciuto di aver avuto un'infanzia agiata, anche grazie al lavoro del padre, imprenditore e proprietario di una azienda operante nel settore della produzione di prefabbricati. Una famiglia benestante, non milionaria ma certamente borghese. Con il più piccolo di quei ragazzi che però voleva crescere solo a pane e pallone.

L'esordio a 9 anni nelle giovanili del Pizzighettone

I primi calci nel cortile di casa, nei freddi e nebbiosi pomeriggi d'inverno. L'estate invece, la famiglia Vialli si rifugiava in campagna, a Grumello, che negli ultimi  anni è tornata ad essere tappa obbligata di Gianluca nei sempre più rari blitz italiani. E' proprio lì, coccolato dalla sorella, che ha trascorso la convalescenza dopo la prima operazione al pancreasPane e pallone da una parte, ragazzo casa e chiesa dall'altra. A Cremona Gianluca abitava nel quartiere residenziale a due passi dall'oratorio di Cristo Re, nella zona di Viale Po, la strada che conduce al fiume fra ville bellissime. L'oratorio, come per tanti coetanei, era tappa di passaggio obbligata per farsi notare. Ore e ore con la palla fra i piedi e le ginocchia sbucciate. Gianluca ci mise poco a mettersi in evidenza: a soli 9 anni entrò nelle giovanili del Pizzighettone, il vero e proprio serbatoio della Cremonese che lo chiamò nel pieno dell'adolescenza, a 14 anni. Costo dell'operazione: mezzo milione di lire. A quel punto Vialli fu costretto a lasciare il "Beltrami", la scuola per geometri: voleva dedicarsi interamente allo sport.

​La fidanzata storica e le nozze con Cathryn

In realtà in città qualcuno sussurrava che tutti i fratelli di Vialli fossero molto più forti di Gianluca, bastava leggere le cronache delle partite delle categorie inferiori o ascoltare quel che gli "esperti" ed osservatori" dicevano nelle tavolate nel Ristorante Centrale e della Trattoria Cerri. Il campo invece raccontava altro. Fra il 1978 e il 1981 Gianluca fece passi da gigante nelle giovanili della Cremonese, e a regalargli il grande sogno, ovvero l'esordio nel calcio professionistico, fu l'allenatore Guido Vincenzi. Con l'arrivo in panchina di Emiliano Mondonico, ci fu la consacrazione definitiva: per quattro anni, tra il 1980 e il 1984, Gianluca stupì tutti fra gol e slalom, con la ciliegina sulla torta: il privilegio e l'onore di riportare la Cremonese in serie A. Quando a 20 anni indossava la maglia grigiorossa, Vialli era solito frequentare il Rio Bar, vicino a Piazza del Duomo. Un locale "di destra" della città, dove si passava il tempo mangiando tramezzini e giocando a biliardo. Lì Gianluca arrivava in Vespa, accompagnato da una graziosa fanciulla, Giovanna, la sua fidanzata "storica". Con quella bellissima ragazza, capace di far girare la testa a tutti i ragazzi della piazza, Vialli è stato insieme per ben 13 anni. Anche se poi ha deciso di sposarsi nel 2003 con Cathryn White-Cooper, conosciuta a Londra, quando, ormai a fine carriera, indossava la maglia del Chelsea.

La consacrazione calcistica con la Samp

Se Cremona è stato il trampolino di lancio, Genova (e la Sampdoria) verrà ricordata come la città della consacrazione calcistica, dell'amicizia con Roberto Mancini (una coppia da urlo quei gemelli del gol), di un rapporto davvero speciale con l'allenatore Vujadin Boskov. A Torino (sponda bianconera) l'apice della carriera, fra successi, tonfi, polemiche, le accuse di Zeman e le vicende giudiziarie. Vialli diventò sempre più leader, rispondendo sul campo a suon di gol e vittorie. Fra le reti rimaste impresse proprio quelle rifilate alla Cremonese nella stagione 1994-1995: una spettacolare rovesciata all'andata, una ancor più clamorosa rovesciata nel match di ritorno. L'esultanza eccessiva a Torino non fu proprio gradita dalla curva grigiorossa, capita. Successe anche ad Antonio Conte nella sua Lecce. 

​Il diploma da privatista nella vecchia scuola

Ma Vialli a Cremona è sempre tornato volentieri, visto che proprio nella sua città si presentò da privatista nella vecchia scuola frequentata molti anni prima per l'esame di maturità e il tanto desiderato diploma da geometra. Non solo: proprio la sua città d'origine è stata spesso coinvolta (rispondendo con grande entusiasmo) nelle attività benefiche della Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport onlus. Con il prestigioso Golf club ‘Il Torrazzo’ cornice perfetta dei tornei il cui obiettivo principale era raccogliere fondi per la lotta alla Sla. "La generosità di Cremona e dei cremonesi, sempre sensibili a queste iniziative, è qualcosa di straordinario". Oggi quella stessa città piange il suo campione più buono e generoso.