Derby di Milano: Giampaolo-Conte, svolta a portata di mano

Nella sfida che può segnare la stagione, Donnarumma e Handanovic possono essere i più decisivi

Il derby Milan-Inter (Newpress)

Il derby Milan-Inter (Newpress)

Milano, 20 settembre 2019 - Uno è il capitano, l'altro è probabile che lo diventi in futuro. Milan e Inter hanno in porta due simboli della squadra, due cardini. Agli opposti per carattere, Donnarumma e Handanovic. Il guascone campano contro il freddo sloveno, in egual modo si ritrovano ad essere centrali per importanza all'interno dei rispettivi gruppi. A dividerli quindici anni, anagraficamente, e l'immaginario muro calcistico che separa storicamente bauscia e casciavìt nella metropoli del calcio al Nord. Mai come quest'anno è tra i pali che si trovano due simboli delle rivali cittadine. Mai come quest'anno si può dire che per il Milan di Marco Giampaolo e l'Inter di Antonio Conte la svolta è a portata di mano.

A Donnarumma  è arrivata un'investitura importante come quella di Boban, vecchia gloria e oggi dirigente rossonero. Ha ringraziato, l'azzurro, da tempo lontano nei comportamenti rispetto a una serie di primi passi maldestri. Sebbene sia il giocatore con cui più si potrebbe far cassa, in un tempo nel quale l'Uefa reclama conti in ordine e austerità, lui è rimasto dov'è e spera ancora di farlo a lungo. Il contratto è pesante, particolarmente per un '99. L'abitudine sta facendo il suo corso, due anni dopo la calda estate del rinnovo a 6 milioni di euro. Se prima poteva essere un fardello, oggi è un argomento di secondo piano, cancellato dalla continuità sul campo e dal rapporto via via più solido ricostruito con una piazza che nei momenti più caldi (quelli della trattativa e degli strappi tra l'agente Raiola e l'allora d.s. Mirabelli) non gli ha risparmiato critiche.

Anche Samir  Handanovic è stato più volte sul punto di lasciare l'Inter, anni fa. Stagione dopo stagione, sembrava impossibile che un portiere così potesse rinunciare alla Champions, a lungo una chimera per i nerazzurri. L'offerta giusta non è mai arrivata e oggi nella desiderata Europa è sbarcato con i colori che veste dal 2012, «abbelliti» da una fascia al braccio recapitata dalla dirigenza nella bufera del caso Icardi. Lo sguardo è rimasto imperturbabile, anche in mezzo agli uragani della passata stagione. Una sfinge, oltre che un portiere di enorme affidabilità. Nuove leve crescono, si faranno o no i Radu e compagnia finiti in prestito a farsi le ossa. Oggi di Handanovic non ce ne sono ancora in casa e le fortune stagionali di Conte e dell'Inter dovranno passare dalle mani del titolare dei tre legni. Un portiere che, da quando veste di nerazzurro, non ha mai perso il derby di andata in Serie A. Potere della cabala. Per chi ci crede.