Milan: Caldara ha fretta di giocare, ora Pioli ha una carta in più

La luce in fondo al tunnel. Questa volta per davvero, senza se e senza ma. Mattia Caldara ha voglia di riprendersi il Milan, la nazionale e gli estimatori di una volta

Mattia Caldara lavora duro in palestra

Mattia Caldara lavora duro in palestra

Milano, 16 novembre 2019 - La luce in fondo al tunnel. Questa volta per davvero, senza se e senza ma. Mattia Caldara ha voglia di riprendersi il Milan, la nazionale e gli estimatori di una volta. Un difensore in più per Pioli, che finora non ha potuto contare sull’ex Atalanta come, d’altronde, non hanno potuto fare in precedenza né Gattuso, né Giampaolo. Ma ora che il calvario sta per terminare, a Milanello si gongola. Perché il rientro di Caldara permetterà a Pioli di poter studiare forme tattiche differenti.

L’ex atalantino, infatti, è la pedina ideale per una difesa a tre con Romagnoli e Musacchio (con Rodriguez, Duarte e Gabbia come alternative). È chiaro, però, che dovrà dimostrare di aver recuperato la forma fisica. E già al rientro in campo dopo la sosta per le nazionali, nel match di sabato contro il Napoli, per lui potrebbe esserci un piccolo spazio. Molto dipenderà da come andrà la gara, ma se non giocherà il suo sarà soltanto un esordio rimandato, perché dal match successivo contro il Parma (1 dicembre) potrebbe riprendersi il posto che merita in campo. Lui che arrivò a Milano nell’estate 2018 in uno scambio con Bonucci di rientro alla Juve.

Una valutazione importante la sua, 35 milioni di euro. Ma da quel momento Caldara ha collezionato soltanto due presenze: una in Coppa Italia e l’altra in Europa League la scorsa stagione e nessuna in queste prime 12 giornate. Il report dei suoi infortuni, da quando è arrivato al Milan, è impressionante: prima un problema muscolare che l’ha tenuto fuori dal 17 settembre al 15 ottobre 2018 (6 gare perse), poi la lacerazione parziale del tendine d’Achille (out 106 giorni, 21 gare saltate). Altro periodo di stop dovuto ad un normale ritardo di condizione (fuori dall’11 febbraio al 5 marzo 2019, 4 sfide seguite dalla tribuna) prima della rottura del legamento crociato che l’ha costretto ai box per altri 165 giorni (2 maggio - 14 ottobre 2019, 11 i match saltati). Gattuso lo ha allenato pochissimo, Giampaolo lo ha più che altro atteso. Ma con Pioli la musica potrebbe cambiare.