Tavecchio si candida ufficialmente alla presidenza del CRL

L'ex presidente Figc apre all'ipotesi lista unica con l'altro candidato Pasquali

Carlo Tavecchio (Ansa)

Carlo Tavecchio (Ansa)

Carlo Tavecchio ha annunciato ufficialmente la sua entrata nella corsa elettorale alla presidenza del CRL partendo ovviamente dalle dimissioni dei consiglieri lombardi che hanno portato alla nomina di Antonello Cattelan come reggente: «Stiamo vivendo un momento delicatissimo, dove anche le società di Serie A hanno problemi economici di gestire e la Lega Dilettanti rischia di essere relegata all’angolo e passerebbe da una posizione di preminenza a una di opposizione. La Lombardia che ha la maggioranza di contribuenti, che vanta 176mila giocatori e 1450 società ora è in condizione di non essere rappresentata a livello nazionale: il fatto che il Reggente possa mandare alle elezioni solo i Delegati Assembleari e non il Consiglio direttivo è gravissimo perché le società non hanno colpe e le dimissioni non sono arrivate certo da un loro volere. Questo fatto sarebbe una lesione dei diritti democratici di chi ha una rappresentanza senza avere colpe e una decisione del genere andrebbe a creare una situazione molto grave per l’immagine del sistema. La Lombardia è il fiore all’occhiello del mondo dilettantistico e sarebbe grave non potesse essere rappresentata da una dirigenza. Non entro nel merito di chi ha dato le dimissioni, si è confuso un fatto emotivo con un fatto istituzionale: la Figc e le Leghe sono organismi che vivono a prescindere dagli uomini che le comandano». SU BARETTI Tavecchio parla poi del presidente uscente Baretti: «Ho incontrato Giuseppe 20 giorni fa e ho avuto l’impressione che non avesse voglia di candidarsi ma addirittura che avesse un posto a Roma con una centralità diversa. Credo che da quel momento ogni fatto ha portato a risultati opposti a quelli che voleva lui: si sono scatenate situazioni territoriali che hanno portato a una confusione totale che vorrei chiarire. Sono stato richiesto da gruppo di persone e di dirigenti a livello regionale a marzo per poter dare la mia disponibilità a risolvere i problemi territoriali nei confronti di Roma, tra questi ci sono persone che si candidano contro questa decisione ma il fatto è reale e io ho dato mia disponibilità, ho detto che cosa può fare uno che conosce tutti gli angoli di Roma per far sì che Lombardia e l’Area Nord abbiano i risultati che competono a un sistema che vale il 50% della LND. Non ho nulla da dire sulla gestione lombarda e dell’Area Nord di Baretti, che è stata corretta e puntuale e che ha le carte in regole per essere nel sistema senza interventi esterni ma che non può subire l’onta di essere gestita da un’autorità centrale». ESIGENZE Tavecchio parla poi dei problemi più urgenti da affrontare: «Le società vogliono sapere come sopravvivere, quali e quanti rimborsi si meritano e come finire i campionati mantenendo le direttive del passato: non ci sono più sponsorizzazioni nè contribuzioni degli enti locali, vogliamo sapere come stati ripartiti i contributi ei soldi ma ci vogliono risposte che non si ricavano dai bilanci che vengono presentati. E’ venuto meno rapporto il chiarezza nei confronti della periferia che non può più spingere il sistema come prima. Non abbiamo un sistema di raccolta firme e l’autorizzazione telematica per fare l’assemblea da remoto e all’ultimo momento è impossibile da attuare. Il mio è un grido di dolore e un j’accuse: non è possibile dopo tutto quello che è successo metterci nelle condizioni di avere delle difficoltà operative. Non ho parlato di vincolo sportivo perché riceveremo solo schiaffi, voglio vedere chi manterrà i settori giovanili, come saranno i contributi a una società di terza o seconda categoria: per salvarci servirebbe una legge quadro per il vincolo ma bisogna trovare una forza politica che ti appoggia e aspettare 3 anni di discussioni». APPELLO Tavecchio prosegue: «La Lombardia deve andare a votare il 9 gennaio per il presidente, il vice e i delegati: l’assemblea è regolarmente convocata perché la data è stata depositata prima delle dimissioni dei consiglieri. Io quando mi sono dimesso dalla Figc dopo la partita contro la Svezia prima ho fatto la convocazione dell’assemblea elettiva e poi mi sono dimesso e nessuno si è sognato di mettere in discussione l’assemblea che avevo indetto». Sull’ipotesi che il reggente Cattelan decida di fare le elezioni il 9 solo per i Delegati Tavecchio ribatte: «Se renderà pubblica questa scelta farò esposti nelle sedi opportune, la campagna elettorale si fa da 2 mesi e sono disposto a confrontarmi con l’altro candidato per fare una lista unica, bisogna arrivare a Roma compatti. Il 25% che in questo momento le società pagano alla LND non va più fatto perché non prendiamo più le risorse di prima in quanto il Covid ha stravolto la filosofia di vita». Strada tracciata, dunque, anche se a livello pratico ci sono intoppi: «Sto aspettando le procedure per effettuare gli atti conseguenti a una candidatura ma non ci viene trasmessa la documentazione necessaria. Servono 150 firme e il tempo stringe, in settimana comunicherò i nominativi della mia squadra e spero che ci possa essere una convergenza».