Juventus: il futuro tra faide familiari, regolamenti di conti e ritorni a sorpresa

Il flop SuperLeague potrebbe condannare Andrea Agnelli. Spunta Alessandro Nasi come nuovo presidente. Sulla graticola Paratici e Nedved: ipotesi Marotta-bis

Andrea Agnelli e John Elkann

Andrea Agnelli e John Elkann

La SuperLeague era l'ultima "disperata" carta da giocare, per far tornare il sereno in Famiglia e "riabilitarsi" agli occhi del cugino: ma il progetto è naufragato ancor prima di nascere, e la faida in una delle dinastie più potenti d'Italia è riesplosa, violentissima. Per Andrea Agnelli le ultime ore sono state drammatiche, dal punto di vista sportivo, umano e professionale. Perché mentre la Juventus scivolava fragorosamente in Borsa anche la sua poltrona ha cominciato a vacillare. Peggio della panchina di Pirlo dopo il ko con il Porto. Il numero uno bianconero, nonostante i nove scudetti di fila, è sul banco degli imputati. E John Elkann, che gli aveva concesso l'ultima chance fidandosi ma non troppo, non ne vuol più sapere di "finanziare" di tasca propria la Juventus dopo la pessima gestione economica e in parte sportiva delle ultime stagioni. Il bilancio è in rosso "rafforzato", non sarà facile risollevarsi con le solite fittizie plusvalenze dopo i mancati incassi (prima la doppia precoce eliminazione dalla Champions, adesso il fallimento della SuperLega) e le spese folli (cartellini, ingaggi e commissioni ai procuratori) che pesano come macigni. Con tutta probabilità a fine stagione ci sarà il ribaltone a tutti i livelli, e il primo a pagare gli errori potrebbe essere proprio Andrea Agnelli.

Regolamento di conti

E non solo perché le relazioni dell'attuale numero uno dei bianconeri con i massimi sistemi calcistici rischiano di compromettersi gravemente dopo quanto accaduto. La verità è che è in corso una sorta di "regolamento" di conti fra cugini: i rapporti fra i due non sono mai stati idilliaci e le eccessive spese degli ultimi anni (cui si aggiungono gli insuccessi in Europa) hanno pesato non poco in tempo di pandemia, fino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso. E siccome al numero uno della Exor non piace aprire la cassaforte solo per spendere (gridano vendetta i 72 milioni versati per Arthur, cifra rivelata di recente da Sergio Conceicao che avrebbe voluto l'ex Barcellona al Porto), soprattutto quando tieni a libro paga un vincente come Max Allegri, cacciato perché sgradito a Nedved e Paratici, e sostituito prima da Sarri e poi dall'inesperto Pirlo (altre scelte molto discutibili a livello tecnico) e gli scudetti ormai non bastano più, il cambio di poltrona è qualcosa in più di una semplice ipotesi o gossip da salotto torinese. Con il nome di Alessandro Nasi, fino a pochi mesi fa destinato alla presidenza della Ferrari (quello che era il vero obiettivo di Andrea Agnelli) al posto di Louis Camilleri, primo candidato nella lista del totopresidente, ricca di idee e suggestioni: perché sondaggi sono stati fatti anche con Marcello Lippi dopo che qualche mese fa era spuntato addirittura il nome di Gigi Buffon, fino ad una possibile quota “rosa“ (da Evelina Christillin ad una delle due signore che fanno parte dell'attuale cda della Juventus, Caitlin Hughes e Daniela Marilungo).

Gioco ad incastri

Di certo il figlio del dottor Umberto rischia grosso, e proprio l'ombra del 46enne Nasi (presidente di Comau e vicepresidente di Exor, cresciuto sotto l'occhio vigile di Sergio Marchionne), sembra essere quella più minacciosa: un altro cugino come nuovo numero uno del club sabaudo, il terzo Agnelli, Alessandro. Che a sua volta è cugino di Carla Bruni e soprattutto compagno di Alena Seredova, ex signora Buffon. Un intricatissimo gioco ad incastri per trovare l'uomo giusto cui affidare l'arduo compito di risanare le casse ormai prosciugate e dar vita ad una sorta di operazione "simpatia" dopo quanto accaduto. A prescindere dal nome del nuovo presidente, il terremoto societario è annunciato: il primo ad essere rimosso sarà il ds Paratici, l'uomo del colpo CR7 ma pure personaggio oscuro della vicenda Suarez. Dovrebbe andar via anche il vicepresidente Nedved, da sempre fedele consigliere del presidente: possibile un suo approdo alla Federazione Ceca ma potrebbe pure collaborare con l'amico Mino Raiola. Il mercato dovrebbe essere riaffidato a Beppe Marotta (anche nell'improbabile ipotesi di una conferma di Andrea Agnelli), ma con più poteri rispetto al passato. L'attuale ad dell'Inter venne allontanato dalla Juventus nell'autunno del 2018 a causa di forti contrasti col presidente legati soprattutto alla gestione dell'operazione Cristiano Ronaldo. Un Marotta-bis è ipotesi abbastanza concreta, e in questo suo viaggio di ritorno il dirigente potrebbe essere accompagnato da Cristiano Giuntoli, attuale direttore sportivo del Napoli che Marotta avrebbe voluto già all'Inter qualche anno fa. Per ora lavori in corso. Fra qualche settimana conosceremo la verità.