Italia-Spagna, fischi a Donnarumma? Il precedente della Curva Sud nel 1980

Quarantuno anni fa gli ultras rossoneri, furiosi per la retrocessione a tavolino, contestarono gli azzurri (e il sistema calcio) a San Siro

La Curva Sud all'epoca di Fossa e Brigate

La Curva Sud all'epoca di Fossa e Brigate

Milano - Stasera si gioca a San Siro Ia semifinale di Nations League fra Italia e Spagna e, al di là del risultato, gli occhi sono puntati sulla possibilità di contestazioni a Gigio Donnarumma. Il portiere azzurro, votato miglior giocatore agli Europei vinti dalla "banda Mancini" e decisivo nella finale terminata ai rigori contro l'Inghilterra, quest'estate si è lasciato male con i tifosi del Milan, la squadra in cui è cresciuto e che l'ha fatto maturare fino a farlo diventare l'estremo difensore numero uno al mondo. Ai supporter rossoneri non è andato giù il tiremolla sul rinnovo del contratto e il successivo trasferimento nell'emirato pallonaro del Paris Saint Germain dove, per altro, ha avuto un inizio di stagione piuttosto accidentato. Già ieri è arrivato il primo messaggio di "benvenuto", con uno striscione firmato Curva Sud, la storica "tana" dei tifosi più caldi, ed esposto su un ponte vicino all'albergo dove è in ritiro la Nazionale. Donnarumma, da parte sua, ha detto che si sentirebbe dispiaciuto per i fischi e che rimarrà sempre un sostenitore del Milan.

Quei fischi di 41 anni fa

Corsi e ricorsi storici: c'è un episodio che deve far correre un brivido lungo la schiena del portierone di Castellammare di Stabia. Uguale il match: Italia-Spagna. Medesima la cornice: lo stadio di San Siro. Identici i protagonisti: i tifosi più accesi del Milan. Cambia solo l'occasione. Allora, infatti, la Nations League ancora non esisteva. Era il 12 giugno del 1980, partita inaugurale del girone del campionato Europeo ospitato in Italia. Fra azzurri e furie rosse finisce 0-0. Il predecessore di Donnarumma fra i pali, il monumento Dino Zoff, trema per una traversa colpita da Juanito e per un gol annullato a Jesus Satrustegui. 

Sugli spalti va in scena la contestazione della Curva Sud, allora regno di Fossa dei Leoni e Brigate Rossonere, due gruppi entrati nella storia del movimento ultras italiano. La rabbia per la retrocessione del Milan decretata a tavolino in seguito allo scandalo del calcioscommesse è enorme. Si accendono fumogeni. Si alzano cori "España, España".  Qualcuno indossa anche la maglia rossa della nazionale iberica. Gli azzurri vengono sommersi dai fischi. Esagerato? Del resto la moderazione non è caratteristica distintiva del movimento ultras. Va detto, poi, che la contestazione non è alla squadra ma, più che altro, al sistema calcio italiano, per una retrocessione che punisce un intero popolo a fronte di responsabilità ben precise di singoli giocatori e dirigenti.  

Fosse e Brigate hanno sentito il "loro" Milan nel mirino e si sono schierati al suo fianco. Senza avere dubbi. E pazienza se poi quelle contestazioni, il giorno stesso e quello dopo, furono ampiamente notate e stigmatizzate dai media. Quella retrocessione non maturata sul campo e arrivata con il tricolore cucito sulla maglia (il Milan l'anno prima aveva appena vinto lo scudetto della Stella) bruciava troppo.